Studio su Lancet, nell'80% si risolvono o non provocano problemi
Le cisti alle ovaie, se non sono pericolose, non andrebbero operate, così da evitare potenziali complicanze chirurgiche. Questa è la conclusione di uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet Oncology che ha preso in esame quasi 2.000 donne di 10 Paesi, tra cui l'Italia. Le cisti ovariche sono sacche di liquido che si sviluppano nell'ovaio di una donna. Sono molto comuni e di solito non danno sintomi, ma a volte possono causare dolore pelvico e gonfiore. In caso di sospetto cancro, vengono sempre rimosse, ma spesso anche nel caso di cisti ritenute benigne si raccomanda di rimuoverle per evitare possibili complicazioni. Un'alternativa alla chirurgia è la cosiddetta "attesa vigile", in cui i medici non rimuovono le cisti, ma ne monitorano le dimensioni con ecografie regolari: molte, infatti, non si evolvono o si restringono fino a scomparire.
Lo studio ha seguito per due anni 1.919 donne, a cui sono state diagnosticate cisti ovariche della dimensione media di 4 cm e non cancerose. Nell'80% dei casi la cisti si è risolta o non ha avuto bisogno di intervento. Solo a 12 donne è stato successivamente diagnosticato un carcinoma ovarico (0,4%) e ciò potrebbe essere dovuto a un errore di diagnosi iniziale. Il tasso di altre complicanze in chi non veniva operata, come la torsione ovarica o la rottura della cisti, era dello 0,4%-0,2%. Secondo precedenti ricerche, invece, qualora si scelga l'intervento, i rischi come la perforazione intestinale, sono tra il 3 e 15%. "I nostri risultati possono portare a un cambio di paradigma, e a un minor ricorso a intervento in casi di cisti benigne", conclude Tom Bourne, ricercatore capo dell'Imperial College di Londra
fonte: The Lancet Oncology
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