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Farmaci e cuffie hi-tech: le nuove armi per i germi resistenti

Infettivologia Redazione DottNet | 18/03/2019 19:53

In Italia il primato dei casi, tra le cause anche la troppa igiene

Per contrastare l'aumento del fenomeno dei batteri resistenti ai farmaci, che vede peraltro l'Italia con il record di un terzo dei decessi europei, possono servire soluzioni 'fantasiose'. E' il caso di una 'cuffia' che può avvolgere i pacemaker rilasciando gli antibiotici strettamente necessari, o dell'uso di disinfettanti 'alternativi', come i probiotici, in attesa di nuovi antibotici che sono ormai in sperimentazione.  La 'cuffia', in realtà una rete che rilascia antibiotici in modo controllato prima di essere riassorbita dall'organismo, è stata oggetto di uno studio presentato al congresso dell'American College of Cardiology a New Orleans e pubblicato sul New England Journal of Medicine, che ha dimostrato che questo dispositivo può ridurre al 61% le infezioni ospedaliere legate agli impianti, anche se l'abbattimento arriva al 90% per alcuni pazienti che presentano un rischio più alto.

Con questo metodo, affermano gli autori dello studio internazionale, condotto su 7mila pazienti in 256 ospedali nel mondo, si evitano le lunghe terapie antibiotiche orali associate alle infezioni, che sono quelle che aumentano il rischio di sviluppo di batteri resistenti. Anche l'uso di disinfettanti a base di probiotici, ha scoperto un'altra ricerca, stavolta tutta italiana, pubblicata da poco da Infection and Drug Resistance, potrebbe avere un effetto positivo sul problema. In questo studio svolto tra Università di Ferrara, Udine e Bocconi e durato in tutto un anno con il coinvolgimento di circa 12 mila pazienti e oltre 30 mila campioni (da superfici ospedaliere etc) analizzati è emersa una riduzione dell'83% dei patogeni isolati su superfici e una riduzione significativa (70-99,9%) dei geni di resistenza ad antibiotici. Questo effetto è opposto a quello che deriva dagli antibatterici tradizionali, ha affermato uno studio appena pubblicato da Nature Communications, secondo cui l'eccessiva igiene negli ospedali contribuisce alla diffusione di infezioni resistenti.

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  In futuro poi la lotta ai batteri resistenti passerà anche per nuovi antibiotici. "Attualmente sono in corso sperimentazioni cliniche su ben 42 nuovi antibiotici ad uso sistemico - ha spiegato Marco Tinelli della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali al congresso che si è appena concluso a Milano - di cui 17 sono per il trattamento delle infezioni più pericolose".

fonte: New England Journal of Medicine

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