Lo rivela uno studio dell'Osservatorio Grana Padano e Ass. Brain and Malnutrition
La concentrazione di vitamina D diminuisce con l'aumentare dell'età e già dopo i sessant'anni si riscontra frequentemente una crescente ipovitaminosi D che aumenta il rischio di osteoporosi e fratture ossee, soprattutto nelle donne, eventi cardiovascolari e altre patologie. Lo ha accertato uno studio condotto dall'Osservatorio nutrizionale Grana Padano (Ogp) e dall'Associazione Brain and Malnutrition Onlus (B&M). I volontari dell'associazione B&M hanno indagato le abitudini alimentari, i livelli di vitamina D nel sangue e l'esposizione al sole di 450 persone con età maggiore di 60 anni e in possesso degli esami ematochimici inerenti ai livelli di 25OH vitamina D, senza però aver consumato supplementi (integratori) di tale vitamina.
A parità di vitamina D assunta dagli alimenti, chi si espone di più al sole ha una concentrazione di vitamina D nel sangue più elevata. "I dati emersi confermano che la concentrazione ematica della vitamina D è molto bassa nella popolazione generale - spiega Michela Barichella, medico dietologo, Presidente di B&M e membro del Comitato Scientifico dell'Ogp - e non raggiunge il valore minimo dei 30ng/ml, inoltre la Vitamina D (25-OH) diminuisce all'aumentare dell'età ed è influenzata dall' esposizione al sole. Dall'indagine emerge anche un'evidente ipovitaminosi D già dopo i 60 anni, fattore che aumenta il rischio di osteoporosi e fratture ossee soprattutto nelle donne, oltre che eventi cardiovascolari e altre patologie". Gli esperti dell'Ogp consigliano agli anziani di controllare il livello della vitamina D nel sangue; di esporsi al sole nelle ore più calde per almeno 15 minuti al giorno d'estate e 30 minuti d'inverno; di inserire nella propria dieta uova e pesce (aringa, tonno, pesce spada, alici, sugarello, trota e coregone) noci e latticini.
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