
Nessun rischio con un uso corretto della sostanza nei pesticidi
Colpo di cena sulla questione della presunta cancerogenicità del glifosato, dibattuta nelle aule non solo scientifiche al punto da avere portato a processi negli Stati Uniti. L'Agenzia per l'Ambiente statunitense (Epa) ha dichiarato che l'erbicida prodotto dalla Monsanto non costituisce un rischio per la salute pubblica e che non ci sono elementi sufficienti a dichiararne il legame con il cancro. In un documento in cui valuta la pericolosità del glifosato, l'Epa afferma che "non ci sono rischi per la salute pubblica se il glifosato è utilizzato in accordo con le indicazioni nell' etichetta" e che "il glifosato non è cancerogeno".
Il prodotto secondo l'agenzia presenta una 'bassa tossicità' per le api mentre costituisce un 'rischio potenziale' per animali e piante, incluse quelle acquatiche, tanto che l'agenzia propone nuove limitazioni all'uso, soprattutto quello aereo.
Secondo il Gruppo Informale Scienze e Tecnologie per l'Agricoltura (Seta)l'analisi ha diversi errori di metodo, tra cui un dosaggio troppo alto del glifosato rispetto a quello ritenuto sicuro. "L'autore principale ha ricevuto per questo progetto soldi da una fondazione di stampo religioso abbastanza nota per finanziare molti programmi antiscientifici, inclusi alcuni sul negazionismo climatico e nel campo delle cellule staminali", rileva Enrico Bucci, docente della Temple University e uno dei fondatori del gruppo, che chiederà il ritiro dello studio.
I risultati dello studio hanno dimostrato chiaramente che il trattamento con indometacina era associato a un significativo miglioramento dei sintomi e dei livelli di saturazione dell'ossigeno
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