Il blocco produrrà risparmi per lo Stato pari a 3,6 miliardi di euro per i prossimi 3 anni, che diverranno 17,3 miliardi nel prossimo decennio
"Effetti ingenti" del blocco della rivalutazione sugli assegni pensionistici 2019. A denunciare le conseguenze "pesantemente negative" dello stop previsto dalla legge di bilancio 2019, che si sommano a quelle create dalle norme succedutesi dal 2011 ad oggi, è uno studio della Uil. Per una pensione dunque di poco superiore a 3 volte il minimo, infatti, 1.568 euro nel 2019, il mancato adeguamento comporta una perdita permanente, stima il sindacato, pari a circa 960 annui. "Continua la persecuzione nei confronti dei pensionati italiani in atto dal 2011. Si deve porre fine a questo prelievo forzoso a discapito di milioni di pensionati", accusa il segretario confederale Uil, Domenico Proietti. Non solo. Il blocco produrrà risparmi per lo Stato pari a 3,6 miliardi di euro per i prossimi 3 anni, che diverranno 17,3 miliardi nel prossimo decennio. Somme, annota ancora la Uil, "ben lontane dai "pochi spiccioli'' a cui fece riferimento il Presidente, Giuseppe Conte, quando paragonò i pensionati all' avaro di Molière".
Se si considerano tutti i blocchi operati in 8 anni e si aggiunge l' ulteriore blocco previsto dall' ultima legge di bilancio, dunque, spiega nel dettaglio lo studio Uil, si evidenzia come una pensione che nel 2011 era pari a 1.
Per la Uil, dunque, "è necessario ripristinare la piena indicizzazione delle pensioni e recuperare il montante perso in questi anni", dice dando appuntamento a Roma il 1 giugno, giorno in cui l' Inps effettuerà il conguaglio gennaio - marzo sulle rivalutazioni ma anche quello in cui scenderanno in piazza i pensionati di Cgil, Cisl e Uil.
Nel 2025, rispetto allo scorso anno, il costo dell'operazione è salito, rendendo più difficile l’anticipo pensionistico per i giovani e i lavoratori a cui mancano pochi anni per la pensione
L’Inps ricorda che la valutazione sulla base dei soli atti resta comunque ferma nel caso delle persone disabili non oncologiche
Accolto ricorso di Enpam sui contributi dei medici specialisti esterni
Il nuovo direttore generale di Enpam subentra a Domenico Pimpinella, che lascerà l'incarico assunto nel 2016 per andare a ricoprire analogo ruolo in una società per azioni quotata alla Borsa di Milano
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
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