E' stato ritenuto necessario indicare direttamente nel regolamento limiti di età per la donazione
Parere favorevole del Consiglio di Stato al regolamento sulla donazione di cellule riproduttive per la fecondazione eterologa, ma con alcuni limiti sull' età dei donatori e sul numero degli ovociti e dei gameti maschili che si possono donare.
Requisiti d'età e uno stop alle donazioni seriali di gameti e ovociti per la fecondazione eterologa, per limitare il numero di bambini con un patrimonio genetico comune e tutelare la salute anche del nascituro. Paletti stringenti vengono suggeriti dal Consiglio di Stato, ancor più di quanto previsto dal ministero della Salute, che dovrà dettare un Regolamento per la donazione di cellule riproduttive per la procreazione medicalmente assistita eterologa, sul quale è stato chiesto ai giudici di Palazzo Spada un parere preventivo.
Il Consiglio di Stato, anche se in sede consultiva, interviene così su una materia delicata, disciplinata da una legge dibattuta, la 40 del 2004, che in 15 anni è finita una quarantina di volte davanti ai giudici, ed è stata svuotata, determinando vuoti di legge. E che domani finirà nuovamente davanti alla Corte Costituzionale che dovrà decidere se è legittimo escludere le coppie gay dalla procreazione assistita e prevedere sanzioni per chi applichi tali tecniche a coppie composte da soggetti dello stesso sesso. Proprio la bocciatura da parte della Corte Costituzionale, nel 2014, del divieto di fecondazione eterologa, ha imposto allo Stato di mettere mano a tutta la normativa in materia di donazione di cellule e tessuti umani, recependo la disciplina Ue.
Si intende anche così superare un contenzioso davanti alla Corte di Giustizia Ue sul ricorso presentato un anno fa dalla Commissione Europea proprio per il mancato recepimento della direttiva in materia. Dalla Sezione consultiva del Consiglio di Stato, c'è un via libera sostanziale al Regolamento accompagnato dalla richiesta di modificare il testo con alcune prescrizioni ulteriori. Aspetti che limitano la disponibilità di ovociti e rendono oggettivamente più complicato il ricorso all'eterologa. Per il Consiglio di Stato è "necessario" porre un limite d'età "prudenziale" e "differenziato" per l'uomo e la donna, e tale limite andrà sottoposto a verifica periodica. Ed è anche "indispensabile individuare un limite alla donazione degli ovociti e dei gameti maschili per limitare le nascite di bambini portatori (anche solo in parte) del medesimo patrimonio genetico". Dai lavori è emersa l'intenzione di individuare un limite d'età di 25 anni per la donna e 35 per l'uomo.
Su questo il Consiglio di Stato si rimette alla "prudente determinazione" desunta dallo "stato attuale della conoscenza medica", ma prescrive che il limite sia messo per iscritto e chiede una verifica con cadenza periodica, per adeguare i tali limiti alle ricerche più recenti. Per quanto riguarda l'ulteriore paletto del limite alle cellule donate, si sottolinea che ciò serve a "scongiurare il rischio di consanguineità tra i nati con il medesimo patrimonio genetico della donatrice, o del donatore, e per ridurre il numero di stimolazioni ormonali cui può sottoporsi la donna per donare gli ovociti con conseguente pregiudizio per la sua salute". Alla luce del sostanziale vai libera Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, chiede "che ora i tempi siano veramente brevi per l'emanazione dell'atto definitivo alla luce del parere positivo di oggi".
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