Cuore, fegato e sistema nervoso subiscono variazioni negative
La pratica di esercizio fisico intenso, senza un adeguato tempo di recupero, provoca variazioni negative di strutture vitali del corpo, come il cuore, il fegato e il sistema nervoso centrale: è quanto sostiene una ricerca condotta da studiosi brasiliani presso l'Università di San Paolo (USP), a Ribeirao Preto. Già si sapeva che questo tipo di allenamento intenso, senza un necessario intervallo, portava alla sindrome da sovrallenamento, innescando sintomi come depressione, insonnia, irritabilità, diminuzione dell'immunità, perdita di appetito e di peso. Lo studio attuale però mostra che i danni provocati all'organismo possono andare anche oltre.
Il professor Adelino Sanchez Ramos da Silva, della Scuola di educazione fisica e sport, ha sottolineato che la sindrome di overtraining era spiegata, finora, con il fatto che i danni al tessuto muscolo-scheletrico, causati da eccessivo esercizio fisico, indurrebbero al rilascio nella circolazione sanguigna di sostanze proinfiammatorie (proteine prodotte dalle cellule di difesa e note come citochine), che innescherebbero gli effetti sistemici. La ricerca, guidata da lui, ha provato questa ipotesi, formulata 20 anni fa, e ha dimostrato che ci sono altre variazioni negative di organi vitali. "Il differenziale della nostra indagine, che è stata sviluppata 10 anni fa, è che, in aggiunta a questi cambiamenti, abbiamo trovato in studi con topi che lo squilibrio tra esercizio fisico in eccesso e il periodo di recupero è associato all'infiammazione nei muscoli scheletrici, nel sangue, nell'ipotalamo, nel cuore e nel fegato", ha osservato Silva.
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