Studio, basta un'infiammazione per risvegliarla e scatenarla
Un'infiammazione nei polmoni, innescata da una patologia semplice come l'influenza, può svegliare un difetto genetico che è silente nell'organismo ma che può provocare improvvisi casi di ipertensione polmonare, una forma mortale di pressione sanguigna nei polmoni. E' quanto emerge da una ricerca realizzata dalla scuola di medicina dell'Università di Stanford. Alcune ricerche precedenti avevano dimostrato che la maggior parte dei pazienti con la forma ereditaria di ipertensione polmonare (la più letale) porta una mutazione nel gene Bmpr2, anche se ancora non è chiaro se questa abbia un ruolo diretto nello sviluppo della malattia.
Sorprendentemente, l'80% delle persone con la mutazione non ha la patologia e resta perfettamente in salute. Ma, sviluppando l'indagine sui topi, i ricercatori hanno scoperto che dopo aver iniettato loro un virus che ha scatenato un'infiammazione polmonare temporanea è poi scoppiata l'ipertensione polmonare. Questa patologia si verifica quando le arterie che trasportano il sangue dal cuore ai polmoni si addensano misteriosamente e si intasano sempre più, indebolendo così il cuore che deve pompare sempre più forte per far fluire il sangue attraverso il corpo. Dopo la diagnosi la maggior parte dei pazienti ha una prognosi di pochi anni prima di morire per insufficienza cardiaca. L'unica cura disponibile contro le sue forme gravi è il trapianto di polmone e ha solo un tasso di sopravvivenza del 30%.
fonte: ansa
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