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Fegato grasso, un nuovo esame del sangue per diagnosi precoce

Medicina Interna Redazione DottNet | 17/09/2019 19:25

E' un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari

Un nuovo esame del sangue consentirà di fare una diagnosi precoce del 'fegato grasso', fattore di rischio sempre più importante per le malattie cardiovascolari.  E' il risultato di uno studio del Cnr di Pisa, presentato da giovani ricercatori della Società italiana di diabetologia (Sid) al 55/o congresso dell'Associazione europea per lo studio del diabete (Easd).  La steatosi epatica non alcolica (NAFLD), o 'fegato grasso', è una malattia metabolica caratterizzata dall'accumulo di grasso a livello del fegato. Questa condizione rappresenta un importante fattore di rischio per diabete e malattie cardiovascolari. Si tratta tuttavia di una patologia subdola perché asintomatica; per questo spesso passa inosservata e non viene diagnosticata tempestivamente (di solito si scopre facendo un'ecografia al fegato). E' dunque importante cercare di individuare dei 'segnali', dei marcatori precoci di alterato metabolismo epatico, magari attraverso un prelievo di sangue.

La ricerca del Cnr di Pisa si è focalizzata sullo studio degli aminoacidi e dei lipidi circolanti nel sangue, per valutare se un'alterazione dei loro livelli potesse fungere da spia precoce di un'alterazione del metabolismo del fegato, in grado di condizionare il rischio cardio-vascolare.

"Abbiamo studiato 112 soggetti non diabetici, di cui 92 con NAFLD e 20 non affetti da questa condizione. In questi pazienti - afferma Chiara Barbieri, IFC-CNR di Pisa, primo autore dello studio - è stata misurata la concentrazione degli aminoacidi, il profilo lipidico e gli enzimi epatici. E' stata inoltre valutata la presenza di insulino-resistenza". E' risultato che i pazienti con NAFLD presentavano un aumento dell'insulino-resistenza ed un'alterazione delle concentrazioni plasmatiche di aminoacidi".  I risultati, conclude Amalia Gastaldelli, direttore ricerca Unità rischio cardiometabolico IFC-CNR di Pisa - hanno permesso di individuare nuovi marker non invasivi per implementare le strategie di diagnosi, prevenzione e trattamento di questa malattia, che è ormai riconosciuta come un importante problema di salute pubblica". Lo studio è stato condotto nell'ambito del progetto Ue Programma Horizon H2020 EPoS.

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fonte: ansa

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