
Emerge da un capitolo del volume "I numeri del cancro in Italia 2019"
Le persone con piu' di 65 anni che hanno avuto una diagnosi di tumore mantengono abitudini, quali fumo, abuso di alcol, sedentarieta' o scarso consumo di frutta e verdura che rappresentano fattori di rischio per recidive tumorali o aggravanti della patologia stessa. Fra gli ultra 65enni che hanno avuto una diagnosi di tumore resta non trascurabile la quota di persone che continua ad essere fumatore abituale (11%). Il 18% fa ancora un consumo di alcol rischioso per la salute (superando il limite indicato dall' Organizzazione Mondiale della Sanita' per gli ultra 65enni di un' unita' alcolica al giorno) e il 40% dichiara di essere sedentario.
E' quanto emerge da un capitolo del volume "I numeri del cancro in Italia 2019", presentato al ministero della Salute e realizzato dall' Associazione italiana di Oncologia Medica (Aiom). Nel biennio 2016-2017 sono state raccolte informazioni su un campione, rappresentativo per genere ed eta', di 22.
I dati nel loro complesso mostrano che gli operatori sanitari prestano in genere maggiore attenzione all' abitudine tabagica dei propri assistiti e meno alla sedentarieta' o al consumo di alcol. Fra gli intervistati ultra 65enni con diagnosi di tumore il 77% dei fumatori dichiara di aver ricevuto il consiglio di smettere di fumare (riferito dal 73% dei fumatori con altre patologie croniche e dal 54% di fumatori liberi da cronicita'); il 30% di aver ricevuto il consiglio di praticare attivita' fisica (similmente al resto degli intervistati); e il 12% riferisce di aver ricevuto il consiglio di bere meno fra i consumatori di alcol a rischio, analogamente alle persone con altre patologie croniche (13%), mentre solo il 7% delle persone senza cronicita' riferisce di aver ricevuto tale consiglio.
Con meno fondi disponibili, le risorse per la valorizzazione del personale sanitario – un punto cruciale per contrastare l’emorragia di medici e infermieri verso il settore privato o l’estero – verranno necessariamente ridotte
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