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I danni dei raggi ultravioletti: dalla cataratta ai tumori

Oculistica Redazione DottNet | 29/10/2019 17:27

Non solo in estate, il sole minaccia gli occhi tutto l'anno

 Cataratta, tumore della palpebra e tumore benigno della cornea, sono alcuni dei danni che i raggi ultravioletti possono causare alla vista, senza che ce ne rendiamo conto. Mentre in genere si prendono in considerazione solo i possibili danni alla pelle, è stato dimostrato che un'esposizione prolungata ai raggi UV può causare gravi problemi anche agli occhi, alla congiuntiva e alle palpebre. I rischi sono presenti ogni giorno, in estate come in inverno, al mare o sulle piste da sci.

A fare il punto è stata la convention mondiale Zeiss #seeingbeyond, ospitata pochi giorni fa a Berlino. Tra i più noti problemi causati dagli ultravioletti vi è la cataratta, un processo fisiologico che porta, con l'età, a un progressivo ingiallimento del cristallino: in chi è più esposto al sole può però comparire precocemente, già dai 55-60 anni. Tra i danni collegati ai raggi, anche una forma tumorale benigna, lo pterigio, malattia della cornea caratterizzata da una crescita anomala della congiuntiva sulla superficie dell'occhio. O ancora, il carcinoma della palpebra, che rappresenta circa il 5% dei tumori. "Abbiamo osservato - spiega Miguel N.Burnier, professore di Oftalmologia presso la McGill Universiy di Montréal, in Canada e presidente della Pan-American Association of Ophthalmology - che il carcinoma delle cellule basali della palpebra si presenta più frequentemente nella palpebra inferiore, perché questa viene colpita maggiormente dai raggi UV. Abbiamo quindi coltivato in laboratorio cellule di questo tessuto, per vedere come reagivano all'esposizione al sole e notato che tale esposizione modificava il DNA cellulare, a meno che i raggi venissero bloccati da lenti in grado di assorbire la radiazione ultravioletta a 400nm".

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Di questo legame, prosegue, "abbiamo poi avuto conferma da un'indagine epidemiologica, pubblicata sul British Journal of Ophathalmology, da cui è emerso che tale patologia è più frequente nelle persone che trascorrono molte ore all'aperto". A fronte di questi rischi, precisa Michele D'Adamo, AD del gruppo Zeiss in Italia, "meno del 30% delle persone indossa occhiali da sole, e la maggior degli occhiali da vista con lenti chiare non fornisce protezione sufficiente, arrivando ad assorbire lo spettro solo fino a 355nm. L'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda però di considerare l'intero spettro, fino a 400nm, per le lenti chiare come già avviene per le lenti da sole". E tale protezione andrebbe portata sempre, anche quando il cielo è coperto, perché i raggi UV passano anche attraverso le nubi".

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