Centro Ecdc, il 43% li ha prescritti quando non voleva farlo
L'89% degli operatori sanitari ha ben chiaro il legame tra prescrizione e somministrazione di antibiotici e l'emergenza rappresentata dalla diffusione di batteri resistenti a questi farmaci. Tuttavia solo il 58% pensa di avere un ruolo chiave nell'aiutare a controllare la resistenza agli antibiotici. I più coscienti sono i medici di base (65%) rispetto a chi lavora in ospedale (56%) o in farmacia (55%). Sono alcuni dati che emergono dall'indagine condotta in Europa dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), in occasione della Settimana di consapevolezza sugli antibiotici. L'indagine rileva luci e ombre. Ad esempio il 43% di chi aveva prescritto gli antibiotici nella settimana precedente, dice che in realtà non avrebbe voluto farlo, per il timore di un peggioramento o complicazioni del paziente.
Per verificare le conoscenze di medici e infermieri, gli sono state sottoposte sette domande a cui ha saputo rispondere correttamente a tutte il 58% degli intervistati, con differenze tra paesi (40-73%) e professioni (29-68%). Le domande se gli antibiotici fossero efficaci contro i virus, contro raffreddore e influenza, se il loro uso era associato ad effetti collaterali come diarrea, colite e allergie, sono quelle che hanno avuto il maggior numero di risposte corrette (98-97%). Il minor numero di risposte giuste (75%) si è avuto sul fatto che ci fosse o meno un maggior rischio di infezioni resistenti agli antibiotici per ogni persona trattata con questi farmaci. L'89% degli operatori sanitari concordava sul fatto che l'uso eccessivo di questi medicinali negli allevamenti e produzione di cibo contribuisce alla resistenza nei batteri che colpiscono l'uomo, mentre gli infermieri sono i più consapevoli sull'igiene delle mani.
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