
La ricerca è stata condotta in collaborazione con un gruppo della Harvard Medical School, Children's hospital
Pubblicata sulla rivista Blood una ricerca sull'anemia falciforme dell'Università di Verona in collaborazione con il Children's Hospital Harvard Medical School di Boston. L'anemia falciforme è la malattia monogenica dei globuli rossi più comune a livello mondiale. In Europa è presente in Italia, Grecia, Albania nelle zone in passato endemiche per malaria. Movimenti migratori da aree come l'Africa Sub-sahariana ne hanno aumentato la diffusione sia a livello nazionale che nel continente europeo, rendendola un'emergenza sanitaria.
Il recente sviluppo di tecniche di terapia genica, ovvero il procedimento d'inserzione di Dna all'interno delle cellule al fine di poter curare delle patologie, ha portato a una grande attenzione alla possibilità di trapiantare cellule staminali ingegnerizzate che raggiungano l'ambiente del midollo osseo dei pazienti affetti da anemia falciforme, reso recettivo e normalizzato tramite trasfusioni croniche di sangue.
"La ricerca ha dimostrato come sia possibile normalizzare l' ambiente patologico e inospitale che si viene a formare nella nicchia midollare vascolare in presenza di anemia falciforme attraverso un regime trasfusionale cronico, per un periodo di 6 settimane, che assicuri una riduzione dei livelli dell' emoglobina patologica Sicke - ha spiegato De Franceschi -. Lo studio ha permesso di proseguire nelle conoscenze dei meccanismi di danno degli organi che caratterizzano questa malattia cronica invalidante e con alta mortalità. Questa ricerca ci ha inoltre permesso di delineare dei possibili biomarcatori potenzialmente utili nella selezione del soggetto candidato alla terapia genica - ha concluso De Franceschi - e nel disegnare i protocolli clinici per preparare il paziente alla terapia genica o trapianto di cellule staminali, massimizzandone il risultato e migliorandone la sopravvivenza".
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