
E' il deficit di proteine cruciali nella lotta ai virus (gli interferoni di tipo 1)
Nel sistema immunitario c'è una 'spia' che potrebbe aiutare a riconoscere le forme più gravi di Covid-19: è il deficit di proteine cruciali nella lotta ai virus (gli interferoni di tipo 1), condizione che solitamente si combina con un'elevata presenza di virus nel sangue e una risposta infiammatoria esagerata. Lo dimostra lo studio condotto su 50 pazienti da un gruppo francese guidato dall'Università di Parigi. I risultati, pubblicati su Science, potrebbero aprire a una nuova terapia combinata che unisca l'integrazione di interferone con la neutralizzazione dell'infiammazione. Stando ai dati epidemiologici, circa il 5-10% dei pazienti Covid progredisce verso una forma di malattia molto severa, ma restano ancora da chiarire i meccanismi immunitari che portano a questa cascata incontrollata di eventi.
I risultati dello studio hanno dimostrato chiaramente che il trattamento con indometacina era associato a un significativo miglioramento dei sintomi e dei livelli di saturazione dell'ossigeno
Lo rivela uno studio pubblicato su MDPI Applied Sciences e condotto dal team di ricerca ed innovazione di ELT Group e della controllata E4Life in collaborazione con il Dipartimento Energia del Politecnico di Torino
Lo rivela un nuovo rapporto Global Antimicrobial Resistance and Use Surveillance System (Glass) dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms)
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Commissario straordinario, armonizzare azioni nei territori
Le indicazioni per la prossima campagna ricalcheranno quelle dello scorso autunno, quindi l'anti-Covid sarà "raccomandato" a persone di età pari o superiore a 60 anni. Dalla Florida sconsigliano i vaccini mRna
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