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La sicurezza dei medici è legge: pene fino a 16 anni

Professione Redazione DottNet | 06/08/2020 16:22

Via libera dal Senato. La violenza aumenta ma l'80% dei casi non viene denunciato

Inasprimento delle pene fino a 16 anni di carcere, sanzioni amministrative fino a 5mila euro, la previsione della procedibilità d'ufficio senza la necessità che vi sia querela da parte della persona offesa. Ed ancora: un Osservatorio ad Hoc e l'istituzione di una Giornata nazionale, E' legge, con il via libera definitivo arrivato oggi all'unanimità dal Senato, il ddl sulla sicurezza degli operatori sanitari e socio-sanitari. L'iter dell'attesa legge - per la tutela di medici, infermieri, odontoiatri, veterinari, farmacisti, biologi, tecnici e tutti gli operatori sanitari - è partito dall'iniziativa dell'ex ministro della Salute Giulia Grillo, del governo Conte-Uno. La norma estende alle lesioni gravi o gravissime causate a operatori sanitari le aggravanti previste per le aggressioni a un pubblico ufficiale: le pene sono quindi da 4 a 10 anni per le lesioni gravi e da 8 a 16 anni per le lesioni gravissime.

Nel caso in cui l'aggressione non costituisca reato, chi usi violenza, offenda o molesti gli operatori sanitari dovrà pagare una multa da 500 a 5 mila euro. Sono poi previste varie iniziative, come l'istituzione di un Osservatorio nazionale, costituito per la metà da donne, per monitorare gli episodi di violenza e promuovere la prevenzione, anche con l'uso della videosorveglianza; la stipula di protocolli fra le strutture sanitarie e le forze di polizia e l'istituzione della "Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari". Soddisfatto il ministro della Salute Roberto Speranza: "Da oggi - ha commentato - c'è una Legge che difende con più forza da ogni forma di aggressione i professionisti sanitari e il loro lavoro. L'approvazione definitiva del disegno di legge rappresenta un importante traguardo, che ha unito Governo, Parlamento e mondo della sanità".

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Gli episodi di violenza e le aggressioni a chi lavora negli ospedali e negli studi, ha aggiunto, "sono inaccettabili. Ci prendiamo cura di chi si prende cura di noi". Parla di un "gesto concreto" a tutela dei professionisti anche il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, che ricorda come "la violenza contro medici, infermieri ed operatori è frequente, aumenta sempre di più ed i casi sono sicuramente sottostimati: 4 o 5 violenze al giorno ma si ipotizza che siano molte di più".  Una legge, sottolinea, che "non vuole dare un messaggio di repressione, bensì di giustizia e corretta gestione della tensione a cui sono sottoposti gli operatori in prima linea".  Parla di "risultato storico" M5S e per il Pd questa legge è "necessaria".  Dedica il risultato raggiunto a "Paola Labriola e a tutte le colleghe e i colleghi vittime di violenza" la Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo). Ora, afferma il presidente Filippo Anelli, "è il momento di una vera riforma del Servizio sanitario nazionale".

E' uno strumento, rileva inoltre Carlo Palermo, segretario del sindacato medico Anaao-Assomed, che si rende "ancor più necessario dal momento che la pandemia da Covid-19 ha indebolito fortemente il Ssn esponendo ancora di più la categoria. Infatti, le migliaia di prestazioni sospese durante la fase acuta dell'emergenza ricadono ora sull'organizzazione". Ed il fenomeno della violenza continua ad essere purtroppo un'emergenza. I numeri delle aggressioni fisiche e verbali, secondo una recente indagine Anaao, infatti, confermano un trend in ascesa anche se l'80% dei casi non viene denunciato. Per quanto riguarda le discipline interessate dal fenomeno, l'86% degli psichiatri dichiara di aver subito aggressioni, il 77% dei medici di medicina d'urgenza, il 60% dei chirurghi, il 54% dei medici del territorio, il 40% degli anestesisti. Ma "la nostra azione in difesa dei colleghi non si ferma qui. Continueremo a chiedere - conclude Palermo - l'approvazione di una tutela giudiziaria relativa al periodo emergenziale che limiti per i medici e gli operatori sanitari la procedibilità in ambito penale, civile, amministrativo ed erariale esclusivamente a fatti commessi con dolo".

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