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Recovery: arriva la Casa della comunità per Mmg

Professione Redazione DottNet | 16/09/2020 20:50

Si punterà sul territorio con i Medici di Medicina Generale. Più telemedicina e fascicolo elettronico per un medico 4.0. Meno tasse e maggiori investimenti

Meno tasse sui ceti medi e sulle famiglie, puntare al raddoppio della crescita ad un livello in linea con la media Ue dell'1,6%, con più lavoro e più investimenti. Sono alcuni degli obiettivi inseriti nelle 38 pagine di linee guida sul Recovery Fund (clicca qui per scaricare il documento completo)  che il governo ha trasmesso alle Camere, dicendosi pronto a riferire su di esse. Sei missioni, dall' equità al green, ma anche digitalizzazione, istruzione, salute, infrastrutture. L'ok ai progetti da finanziare in base all'impatto sul Pil e ai costi. E poi rivedere le concessioni autostradali.  Per quanto riguarda il capitolo salute sono previsti venti progetti finanziati con 64.194.800.000 euro.   Vari sono i progetti finalizzati al potenziamento dell'assistenza territoriale e degli ospedali, ma anche alla salute mentale e al fascicolo sanitario elettronico.   'La casa 'digitale' come primo luogo di cura' è , ad esempio, uno dei progetti finanziato con 2,5 miliardi di euro in 5 anni.  Il progetto, si spiega, "contribuisce alla realizzazione di interventi per la riorganizzazione e la gestione dei servizi di cure domiciliari integrate attraverso l'utilizzo delle tecnologie digitali ed, in particolare, delle opportunità offerte dall'intelligenza artificiale (IA) e dall'evoluzione della rete (networking) che consente l'acquisizione di dati da sensori in maniera capillare, la telepresenza di presidi medici virtuali e la movimentazione di dati tra registri remoti".

Ed ancora si punta a 'Servizi territoriali digitali e a misura di cittadino' con 'la Casa della comunità al centro del territorio con i Medici di Medicina Generale'. I fondi (1,5 mld) sono destinati pure alle nuove residenze sanitarie assistenziali per "aver cura delle persone fragili in luoghi tecnologici, sostenibili e accoglienti". Un finanziamento di 1 mld è poi previsto per il progetto 'Aver cura delle persone con disturbi mentali: continuità delle cure, inclusione, interconnesione e digitalizzazione dei servizi territoriali'. Si punta anche al rafforzamento della Rete Consultoriale per "un approccio innovativo, digitale e multiprofessionale alla Medicina di Genere", con un finanziamento di 1 mld in 6 anni.   Altro obiettivo cruciale sono gli ospedali con il progetto 'Verso un nuovo ospedale sicuro, tecnologico, digitale e sostenibile' che prevede un finanziamento di 34,4 mld in 6 anni.   Riflettori anche sulla evoluzione del fascicolo sanitario elettronico e "potenziamento della capacità di raccolta, elaborazione e analisi delle informazioni relative al cittadino", con un progetto da 1,5 mld in 5 anni.

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Ma qual è il rapporto dei medici italiani con le nuove tecnologie in ambito sanitario?  La strada verso la digitalizzazione del sistema sanitario è aperta, la pandemia non ha fatto altro che accelerare la transizione. Molte Regioni, nel pieno dell’emergenza sanitaria, hanno dato il via libera all’erogazione di prestazioni come le televisite. Mentre sono raddoppiati - passando dal 5 al 10% - i medici che fanno abitualmente ricorso alla telemedicina, una delle nuove frontiere della sanità 4.0. Percorso ineludibile ma ancora pieno di ostacoli. «Perché è vero che il governo lo ha inserito tra le priorità – dice Chiara Sgarbossa al Sole24ore, direttrice dell’Osservatorio sull’innovazione digitale in sanità del Politecnico di Milano -. Ma siamo ancora lontani da un vero e proprio modello di connected care, vale a dire un sistema nazionale connesso, di precisione, orientato al territorio e alla continuità di cura, che permetta di avere subito tutte le informazioni sul paziente, sulla sua storia clinica, sul suo stato di salute. La situazione è a ancora macchia di leopardo. E non tutte le aziende sanitarie hanno già attivato, per esempio, il fascicolo sanitario elettronico».

Le differenze non riguardano tanto il Nord o il Sud del Paese, quanto le singole Asl: «Ognuna si muove per conto proprio, in modo non uniforme, anche all’interno della stessa regione», prosegue Sgarbossa al quotidiano economico. Il risultato è che i fascicolo sanitari elettronici sono solo 18 milioni: non è stata raggiunta nemmeno la metà della popolazione. L’era Covid ha aumentato la consapevolezza del valore strategico della digitalizzazione per ridurre gli sprechi e diminuire il rischio clinico. Ha favorito anche una svolta culturale nel mondo dei medici di famiglia: circa il 62%, secondo una recente ricerca dell’Osservatorio del Politecnico, oggi vorrebbe avvalersi della telemedicina, mentre aumentano le comunicazioni con i pazienti tramite piattaforme come Skype o Zoom. «Solo che gli obiettivi, per essere raggiunti, richiedono investimenti - prosegue Sgarbossa –. E il traguardo è costituito dall’offerta di una molteplicità di canali d’accesso ai servizi sanitari, con soluzioni semplici e alla portata di tutti».

Il periodo più critico dell’epidemia – durante il quale oltre il 50% dei medici di base ha lavorato da remoto - ha confermato l’importanza delle nuove tecnologie anche per quanto riguarda l’accesso alle informazioni da parte dei cittadini: il 56% ha consultato pagine web istituzionali, il 28% social di medici e politici, il 12% applicazioni dedicate al coronavirus. Esempi emblematici arrivano anche dall’estero. Uno studio dell’università inglese di Loughsborough ha documentato che nell’ospedale di Leicester si è raggiunto un risparmio del 25% nei consumi delle medicine: ora il progetto sarà esteso a tutto l’ospedale.

In Italia ci sono comunque regioni già molto avanzate. È il caso dell’Emilia-Romagna, dove il fascicolo sanitario elettronico è già una realtà per l’89% della popolazione. Per avere qualche parametro di confronto basti dire che in Lombardia i cittadini coinvolti sono il 56%, in Toscana il 57%. «Un elemento che si è dimostrato cruciale durante l’emergenza – dice l’assessore regionale alla Sanità dell’Emilia Romagna, Raffaele Donini – e che è entrato a far parte del nostro sistema sanitario come componente strutturale. Per noi si tratta di un tassello fondamentale dell’innovazione del sistema, possiamo dire di avere fatto un balzo in avanti di straordinaria importanza che va nella direzione della semplificazione e della sicurezza sanitaria dei cittadini». Qui ora è stata anche attivata una piattaforma software unica di telemedicina, con un insieme di servizi che partono dalla presa in carico e dalla gestione del paziente cronico.

Tornando al Recovery,  “Il Governo intende sostenere la madre lavoratrice e il padre lavoratore con modalità flessibili di impiego, affinchè il rientro al lavoro non sia solo transitorio. E’ essenziale che l’aiuto economico sia accompagnato, dunque, in modo integrato e complementare, da servizi adeguati che sollevino in parte la madre e il padre dagli oneri connessi con la cura dei figli e al contempo consentano a entrambi di realizzarsi professionalmente”.

Tra le ‘mission’ indicate anche “l’introduzione del salario minimo legale” che “garantirà ai lavoratori nei settori a basso tasso di sindacalizzazione un livello di reddito collegato ad uno standard minimo dignitoso, evitando al contempo dumping contrattuale e rafforzando la contrattazione nei settori in cui è più debole”.

Più in generale si parla di riforma del lavoro: “Anche nel campo delle politiche del lavoro, il governo - si sottolinea - intende adottare riforme ed interventi per accompagnare la strategia di rilancio. Oltre alla riduzione del costo del lavoro attraverso la riduzione del cuneo fiscale, si opererà per incentivare la produttività del lavoro con il rafforzamento degli incentivi fiscali al welfare contrattuale e la promozione della contrattazione decentrata in un sistema di relazioni industriale multi-livello. Allo stesso tempo si salvaguarderà la qualità dell’impiego, il reddito e la stabilità occupazionale. La tutela del reddito dei lavoratori più fragili sarà realizzata attraverso il rafforzamento della contrattazione collettiva nazionale e delle regole della rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro”.

L’esecutivo punta inoltre al “completamento della rete nazionale di telecomunicazioni in fibra ottica”, con interventi “per lo sviluppo del 5G”, al completamento dei corridoi ferroviari TEN-T, all’alta velocità per passeggeri e merci, allo sviluppo della rete stradale, autostradale, ponti, viadotti e portualità, smart districts e mobilità pubblica e privata a impatto ambientale sostenibile.
 

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