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Gli allergici sviluppano una forma meno grave di Covid

Infettivologia Redazione DottNet | 22/09/2020 12:23

I ricercatori italiani spiegano di avere studiato retrospettivamente più di 500 pazienti ricoverati tra marzo e aprile nei principali ospedali del Nord Italia

Uno studio multicentrico coordinato da Enrico Scala (IDI-IRCCS - FLMM, Roma) e Riccardo Asero (Clinica San Carlo, Paderno Dugnano), ha dimostrato che, tra i pazienti ospedalizzati per Covid-19, i soggetti allergici sviluppano una forma meno grave di malattia. L'articolo e' stato pubblicato su Allergy, la rivista scientifica dell'Accademia Europea di Allergologia e Immunologia", comunica in una notal'Istituto dermopatico di Roma (Idi) .  "I pazienti allergici sono geneticamente predisposti a generare una risposta immuno-mediata di tipo differente, Th2. Questa risposta non implica l'espressione delle principali citochine coinvolte nell'Ards. Abbiamo pertanto ipotizzato che i pazienti allergici potrebbero essere meno inclini all'infezione da SARS-CoV-2 e/o potrebbero avere un'infezione meno grave". Nell'articolo i ricercatori spiegano di avere studiato retrospettivamente più di 500 pazienti ricoverati tra marzo e aprile nei principali ospedali del Nord Italia, dimostrando che, effettivamente, "i soggetti atopici avevano un'incidenza significativamente minore di polmonite grave o molto grave indotta da SARS-CoV-2 (33,3% vs 67,7% nei pazienti non allergici)".

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L'effetto "protettivo" dello stato atopico non dipendeva dall'età o dal sesso dei pazienti né dalla presenza di altri cofattori, come il fumo di sigaretta, la malattia coronarica, il diabete, la trombosi o l'ipertensione. L'evidenza clinica rende pertanto verosimile l' ipotesi iniziale, suggerendo che la predisposizione ad una risposta immunitaria Th2 potrebbe aiutare ad evitare la tempesta citochinica osservata nei casi più gravi di COVID-19". La ricerca e' stata realizzata dai clinici dell'IDI-IRCCS: Enrico Scala, Damiano Abeni, Mauro Giani e Antonio Sgadari, in collaborazione con Alberto Tedeschi e Francesca Saltalamacchia (Ospedale Bolognini ASST, Bergamo), Giuseppina Manzotti (Casa di Cura Palazzolo, Bergamo), Baoran Yang (ASST Carlo Poma, Mantova), Paolo Borrelli (Ospedale Beauregard, Aosta), Alessandro Marra (ASST Rhodense - P.O. Rho - Mi) e Riccardo Asero (Clinica San Carlo, Paderno Dugnano - MI)".

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