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Sileri, aumenteremo gli stipendi ai medici

Sanità pubblica Redazione DottNet | 24/09/2020 19:24

Altri obiettivi la stabilizzazione dei precari della sanità e nuove modalità di accesso alla professione

L'emergenza Covid sta rivoluzionando il sistema sanitario nazionale, da un (ancora sulla carta per ora) aumento degli stipendi, alla stabilizzazione dei precari (ci sarà più tempo - fino a fine 2020 e non solo a fine 2018 e 2019 - per inserire i precari della sanità, ovvero tutto il personale dirigente e non dirigente del Ssn), fino a nuove modalità di accesso alla professione. Una svolta a trecentosessanta gradi, come conferma il vice ministro Pierpaolo Sileri: "Nella crisi, come sempre, c'è l'opportunità. E l'occasione è quella di una ristrutturazione del sistema sanitario, che deve partire in primis dal dare condizioni migliori agli operatori sanitari. Per questo sto lavorando per un aumento degli stipendi di medici e infermieri del 25% ed un miglioramento della formazione". Insomma più ingressi negli ospedali e un aumento di stipendio (l'ultimo è stato un anno fa) per tutto il personale medico. Ma andiamo per ordine.

Le Regioni hanno preparato un documento che darà il via alle procedure indicate nel decreto Rilancio per sanare le posizioni lavorative dei precari Ssn. Occorre tuttavia precisare che per sanare la carenza di personale sanitario, restano valide le procedure concorsuali indette fino a fine 2019 in generale per PA: in questo rinvio gli enti del Ssn possono riservare il 50% dei posti disponibili al personale medico, tecnico-professionale e infermieristico in servizio alla data di entrata in vigore della stessa legge, che abbia maturato alla data di pubblicazione del bando almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi cinque anni, con contratti a tempo determinato, con contratti di collaborazione coordinata e continuativa o con altri rapporti di lavoro flessibile. Il riferimento al 31 dicembre 2019 è, in effetti, una ”sanatoria” nei confronti di tutte quelle amministrazioni che avevano indetto le procedure nello stesso anno nonostante il limite del 31 dicembre 2016 fissato dalla legge 208/2015, poi prorogato al 31 dicembre 2018 dal Dlgs 75/2017.

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In questo ampio contesto c'è da segnalare l'importante novità calendarizzata nel Consiglio dei ministri che dovrebbe tenersi il prossimo 2 ottobre: l'esame di laurea diventa anche esame di Stato. Si tratta cioè di "una laurea abilitante all’esercizio della professione", come conferma il ministro dell’Università Gaetano Manfredi. I neo-laureati vengono immediatamente messi al lavoro. "È stata fatta una revisione dell’ordinamento didattico del corso di laurea per i futuri camici bianchi, all’interno del quale era stato già incluso un tirocinio “professionalizzante”, ha detto il ministro Manfredi. Verrà inolte semplificato il sistema delle lauree nelle altre professioni, partendo proprio dall'area sanitaria: i nuovi odontoiatri, veterinari ma anche psicologi saranno sul mercato professionale subito dopo la laurea. E lo stesso iter burocratico “veloce” riguarderà le cosiddette lauree professionalizzanti che oggi si concretizzano dopo un percorso universitario triennale. L'obiettivo sarà raggiunto facendo coijncidere "L’esame conclusivo del corso di studi che costituirà una sede più che valida per espletare anche l’esame di Stato per l’accesso all’esercizio professionale, nel pieno rispetto dell’articolo 33, quinto comma, della Carta costituzionale", ha spiegato il ministro.

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