Per la quasi totalità degli iscritti il contributo di Quota A verrà frazionato in due rate: 800 euro circa da pagare entro il 30 novembre 2020 e 800 euro da versare entro il 31 dicembre
Ulteriore rinvio, ma breve, per i contributi Enpam già sospesi per l’emergenza pandemica. Si tratta dei contributi minimi obbligatori della Quota A per il 2020 (circa 1.600 euro dovuti da tutti i medici iscritti all’Albo professionale), e delle ultime due rate dei contributi sulla libera professione calcolati sui redditi 2018, originariamente previste per aprile e giugno scorsi.
Per la quasi totalità degli iscritti il contributo di Quota A verrà frazionato in due rate: 800 euro circa da pagare entro il 30 novembre 2020 e 800 euro da versare entro il 31 dicembre, sempre di quest’anno.
Attenzione, quindi: i medici ansiosi che non hanno domiciliato il pagamento e che si preoccupano di non aver ancora ricevuto il classico MAV del contributo minimo dell’Enpam (prima doveva arrivare ad aprile e poi a settembre), debbono stare tranquilli. Lo troveranno nella loro cassetta delle lettere (e nell’area riservata del sito) intorno al 20 novembre.
Evidentemente la Fondazione che tutela i medici e gli odontoiatri fa affidamento sulla tredicesima per i medici dipendenti e su un’ulteriore ripresa del fatturato per i liberi professionisti, ma in un periodo in cui vanno a concentrarsi molte scadenze fiscali (tra tutte il secondo acconto Irpef e l’IMU sulle seconde case) molti medici si troveranno a corrispondere nel giro di 30 giorni, oltre agli importi dovuti al Fisco, anche queste ulteriori somme dell’Enpam, nei casi peggiori anche 7/8mila euro.
E non basta: perché nessuna sospensione ha invece riguardato (come molti chiedevano e i primi comunicati Enpam sembravano far intuire) i contributi del Fondo della libera professione da calcolare sui redditi prodotti nell’anno 2019 (quindi anch’essi generalmente consistenti, perché generati dall’attività precedente alla pandemia). Per questi redditi, che com’è noto vanno dichiarati entro il 30 settembre 2020, rimangono in piedi le consuete scadenze: 31 ottobre per l’unica soluzione; 31 ottobre e 31 dicembre per le due rate senza interessi; oppure le 5 rate gravate da un piccolo interesse, da corrispondere a ottobre, dicembre, febbraio, aprile e giugno.
Insomma, l’ipotetico medico di cui sopra, pur aderendo alla massima rateazione, facendo bene i conti, in soli 60 giorni potrebbe trovarsi a pagare all’Enpam circa 11.000 euro. Se la disponibilità economica sussiste, è sempre il caso di pagare prima, per sfruttare già nel 2021 la deducibilità integrale dei contributi e trasformarla in un corposo rimborso fiscale; ma se invece l’emergenza ha tagliato drasticamentegli incassi (si pensi a discipline particolari, quali la medicina estetica, per le quali il calo del fatturato è stato verticale) gli interessati potrebbero trovarsi in serie difficoltà.
L’Enpam ha pensato per questi soggetti ad una ulteriore ciambella di salvataggio, ma sempre riferita soltanto ai contributi di Quota A 2020 e di Quota B residui sui redditi 2018. Si tratta di un rinvio più lungo, che va richiesto attraverso uno specifico modulo, denominato "Rateizzazione contributi sospesi per Covid-19" da compilare nell’Area Riservata del sito tassativamente entro e non oltre il 15 ottobre, ed è riservato esclusivamente ai nuovi iscritti ed ai soggetti per i quali il fatturato del primo trimestre 2020 sia risultato inferiore di almeno il 33 per cento rispetto a quello del quarto trimestre del 2019.
Con il rinvio lungo, per la Quota A 2020 entro il 30 novembre 2020 si pagherà solo il 25% dell’importo, un altro 25% dovrà essere pagato entro il 31 dicembre 2020. Un’altra rata del 25% sarà posticipata al 2021 (verrà spalmata sulle rate della Quota A del prossimo anno) e l’ultima, sempre del 25%, si dovrà pagare nel 2022 (sempre spalmata sulle rate della Quota A di quell’anno).
Anche per gli ultimi contributi di Quota B sui redditi 2018, con il rinvio lungo la somma residua sarà divisa in quattro parti: 25% dell’importo entro il 30 novembre 2020, 25% entro il 31 dicembre 2020, 25% entro il 30 giugno 2021; 25% entro il 30 giugno 2022. Il rinvio lungo è però sotto la spada di Damocle dei Ministeri, che non hanno mai visto di buon occhio la riscossione di importi in anni diversi da quelli di competenza. Sono quindi probabili rilievi che potrebbero rendere impraticabile questa opzione.
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