La tecnologia innovativa che ha permesso di creare i vaccini più rapidi nella storia dell’uomo non sarà usata solo contro il Covid-19
La parabola del progresso scientifico può essere immaginata come il ciclo di vita di un albero. La ricerca scientifica di base equivale a piantare i semi, tanti semi di qualità diversa. Alcuni di questi non produrranno nulla, altri diventeranno piccoli arbusti, altri ancora sbocceranno e diventeranno alberi torreggianti con frutti abbondanti per tutti. Per anni la ricerca delle cure mediche basate sull’mRna è sembrata solo un arbusto. Nel 2020 è sbocciata in un modo che potrebbe cambiare radicalmente la vita dell’uomo sulla Terra.
Gli studi sull’mRna sintetico, la tecnologia alla base dei vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna, non sono una nuova scoperta. È vero, un anno fa non si conoscevano vaccini a mRna. Ma l’arrivo sul mercato dei vaccini più rapidi della storia – dove la rapidità è intesa come il tempo tra la prima ideazione e l’immissione sul mercato – non è un caso. E adesso potrebbe aprire il campo a tante altre scoperte di enorme valore.
’importanza innovativa dei nuovi vaccini è stata raccontata dall’Atlantic, in un lungo articolo firmato da Derek Thompson. Un elemento chiave fornito da Thompson per comprendere l’importanza della ricerca scientifica in questo campo riguarda l’aspetto storico, quindi perché gli studi procedono dagli anni ‘70 pur avendo portato pochi frutti fino a poco fa: «Il sogno sull’mRna si basa su un principio fondamentale incredibilmente semplice e ambizioso: la fabbrica di farmaci più grande del mondo potrebbe essere già dentro ognuno di noi».
La spiegazione può essere semplificata così: le proteine muovono quasi tutte le funzioni corporee e l’mRna indica alle nostre cellule quali proteine produrre. In buona sostanza intervenendo sull’mRna è possibile produrre praticamente qualsiasi proteina immaginabile. «Potenzialmente potresti produrre in serie molecole che si trovano naturalmente nel corpo per riparare gli organi o migliorare il flusso sanguigno. Oppure potresti richiedere alle nostre cellule di cucinare una proteina fuori menu, che il nostro sistema immunitario imparerebbe a identificare come invasore e distruggere», si legge nell’articolo.
fonte: Atlantic
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