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Ema, con le dosi l'immunità arriverà in Italia entro settembre

Infettivologia Redazione DottNet | 13/04/2021 16:22

Genazzani: "Abbiamo un paio di farmaci che possono migliorare la prognosi dei ricoverati, il Remdesivir e i corticosteroidi"

"Se AstraZeneca, Pfizer, Moderna e J&J riusciranno a mantenere le quote e le dosi che sostengono di poter produrre, credo che il piano del presidente del Consiglio Draghi possa essere un successo. Inclusa la bella stagione che sta arrivando, può essere che tra giugno e settembre raggiungeremo l'immunità di gregge".

Lo ha detto Armando Genazzani, membro del Committee for Medicinal Products for Human Use dell'Agenzia Europea dei Medicinali (Ema), intervenendo a "Buongiorno", su Sky TG24. La velocità dell'immunizzazione, per Genazzani, dipende tuttavia "più dal numero di dosi che arrivano che non dal numero di vaccini approvati". "Al momento - ha precisato - abbiamo tre vaccini in rolling review, Sputnik Curevac e NovaVax, e tutti e tre ci auguriamo arrivino quanto prima. Finché non sono stati sottomessi tutti i dati non possiamo fare previsioni su quando potremo avere un'opinione". Naturalmente, ha aggiunto Genazzani, "più vaccini abbiamo e meglio è, perché ci sarà più concorrenza e potremo fare scelte su quelli che preferiamo, ma al momento farei affidamento su questi quattro che abbiamo". Siamo invece "un po' più indietro" per la cura del Covid.

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"Abbiamo un paio di farmaci che possono migliorare la prognosi dei ricoverati, il Remdesivir e i corticosteroidi", precisa l'esperto. Cominciamo anche ad avere delle combinazioni di anticorpi monoclonali "che nei pazienti ad altissimo rischio potrebbero essere utili per ridurre l'impatto in ospedale". Ma rispetto a questi "c'è ancora qualche problema organizzativo perché devono essere dati endovena e perché, finché non riusciamo a predire quali pazienti possono progredire, dovremmo darlo a troppe persone".

"Può essere che i vaccini perdano un po' di efficacia con le varianti e che sia necessario fare richiami con vaccini ad hoc che coprano anche le varianti", ma "non baserei nessuna scelta su uno studio di 400 pazienti", ha poi spiegato Genazzani commentando il recente studio israeliano secondo cui il vaccino Pfizer risulterebbe meno efficace contro la variante sudafricana del Sars-Cov-2. "Le varianti sono sicuramente un pericolo, può essere che vi saranno delle varianti che riusciranno a scavalcare i vaccini e potremmo avere un richiamo con un vaccino diverso", precisa l'esperto. Tuttavia, in merito allo studio di cui si è parlato molto nelle ultime ore, aggiunge: "fare uno studio con 400 pazienti è molto poco per dire quant'è la protezione vaccinale su una variante". In qualsiasi caso, ha concluso Genazzani, "più in fretta vacciniamo e meno le varianti riusciranno a emergere e quindi a circolare".

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