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Allentamenti graduali in vista, green pass nazionale

Sanità pubblica Redazione DottNet | 05/05/2021 11:47

Per quello europeo occorrerà attendere ancora. Si va verso un coprifuoco meno rigoroso

Spostamenti per turismo in vista dell'estate 2021 e riaperture, i riflettori sono puntati su green pass e coprifuoco. "E' arrivato il momento di prenotare le vostre vacanze in Italia e, naturalmente, non vediamo l'ora di accogliervi di nuovo", ha detto ieri il premier Mario Draghi intervenendo, al fianco del ministro Massimo Garavaglia, alla conferenza stampa sull'esito della riunione del G20 Turismo. E annunciando una grande novità: l'Italia, come la Grecia, giocherà d'anticipo sull'Europa per il green pass, il certificato che consente, a chi ha concluso il ciclo di vaccinazione, guarito dal Covid o in possesso di un tampone negativo eseguito entro le 48 ore prima della partenza, di spostarsi liberamente. Da metà maggio sarà realtà nel nostro Paese, dalla seconda metà di giugno in tutta Europa.

"Noi dobbiamo offrire regole chiare e semplici per garantire che i turisti possano venire da noi in sicurezza. A partire dalla seconda metà di giugno sarà pronto il green pass europeo. Nell'attesa, il governo italiano ha introdotto un pass verde nazionale, che entrerà in vigore già a partire dalla seconda metà di maggio" ha affermato il presidente del Consiglio.

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Per ora la regola vale solo tra le regioni, ma l'obiettivo è di aprire il Paese ai vacanzieri stranieri. Per farlo, tecnicamente si dovrà passare, spiegano fonti di governo all'Adnkronos, da una nuova ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza. L'ultima, emanata il 30 aprile scorso, scadrà il 15 maggio, la nuova - viene spiegato - consentirà un 'allentamento graduale', col risultato di evitare i 5 giorni di quarantena a chi dall'Europa arriva in Italia, di fatto una spina nel fianco per un settore che, più di altri, ha risentito della pandemia, quello del turismo. Da qui al 15 maggio, naturalmente, il ministero della Salute sarà impegnato anche su questo fronte: ci sono, ad esempio, da allineare i requisiti per la tipologia di tampone richiesto ma anche, viene spiegato da Palazzo Chigi, ristringere il campo per quei Paesi dove i contagi corrono ancora o le vaccinazioni non hanno raggiunto livelli tali da consentire di abbassare la guardia.

Ma ai Paesi dove le cose volgono al meglio, da qui a due settimane l'Italia tornerà a offrire le sue perle di bellezza. Sullo sfondo resta una questione aperta, quella del coprifuoco. Se l'Italia tornerà ad 'aprire' agli stranieri, il limite delle 22 sarà brandito con enfasi ancor maggiore dalla Lega, bollato come un grosso limite per far decollare le prenotazioni. La questione resta sul tavolo e verrà affrontata la settimana prossima dalla cabina di regia sulle misure anti Covid presieduta dal presidente del Consiglio. Togliere il coprifuoco? "Non è detto, ma certo ne discuteremo e non sarà facile mantenerlo alle 22, ammesso che resti", ha confidato all'Adnkronos uno dei ministri più 'rigoristi' della compagine governativa. "Per quanto riguarda il coprifuoco c'è la volontà di rivedere le misure sulla base dell'andamento dei contagi. Io sono ragionevolmente fiducioso che la misura in tempi brevi possa essere rivista positivamente" ha detto Garavaglia in conferenza stampa.

"Siamo tutti d'accordo che il coprifuoco debba essere superato e stiamo lavorando per superarlo il prima possibile" ha dichiarato da Londra il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Matteo Salvini è tornato a ribadire la posizione della Lega: "Se i numeri continueranno a essere positivi entro il 10, non entro metà maggio, ci auguriamo che la gente possa tornare a lavorare tutta senza limiti di orario, il coprifuoco, con questo meteo, è un danno alla salute". "Italia merita riaperture con eliminazione del coprifuoco", ha sottolineato. "E' da un mese intero che va avanti questa opera positiva di messa in sicurezza e di ritorno alla normalità. Se i dati continueranno ad essere positivi, accanirsi con chiusure, divieti, multe e coprifuoco" per Salvini "non avrebbe una ragione concreta ma solo una ragione ideologica".

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