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Farmaci: in Italia nel 2020 produzione per 34 miliardi

Aziende Redazione DottNet | 08/07/2021 12:45

Scaccabarozzi, pronti a nuovi investimenti ma occorre cambiare la governance del farmaco

 E' di oltre 34 miliardi di euro il valore della produzione nel 2020 dell'industria farmaceutica in Italia, ai primi posti nell'Unione Europea, con Francia e Germania. La crescita della produzione è interamente legata all'export, cresciuto del 74% tra il 2015 e il 2020, e all'aumento dei valori medi dei farmaci esportati (+50%). Un export che negli ultimi 5 anni ha fatto registrare un incremento di 14 miliardi, 2/3 di quello totale del Paese. Mentre il mercato interno è compresso e in calo nel 2020. Questi alcuni dei dati presentati giovedì scorso all'Assemblea pubblica di Farmindustria a Roma.  L'industria farmaceutica, ha spiegato nella sua relazione il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, è anche "leader per occupazione femminile che raggiunge quota 43% dei dipendenti rispetto al 29% del resto dell'economia. E le donne che ricoprono spesso ruoli di responsabilità": sono infatti il 42% di dirigenti e quadri (e arrivano al 52% tra gli under 40), a dimostrazione del fatto che, nella farmaceutica, la parità di genere è da anni una realtà". Le aziende farmaceutiche in Italia hanno una composizione unica in Europa: 43% a capitale italiano, 57% a capitale internazionale. E "sono tutte, grandi, piccole e medie, fortemente radicate nel territorio", ha precisato. Sono presenti al Nord e al Centro con poli industriali leader in Europa, ma anche al Sud, con tante aziende italiane e internazionali".  Le aziende del farmaco, ha concluso, "hanno inoltre un'elevatissima attenzione alla sostenibilità ambientale": in 10 anni, infatti, hanno ridotto in Italia il 59% i consumi energetici e del 32% le emissioni di gas climalteranti.

"Sono 1.500 i miliardi di dollari pronti a essere investiti in ricerca nel mondo dal 2020 al 2026. Il valore di quasi 7 Pnrr. Credo che si debba avvertire tutta la responsabilità di attirarli il più possibile nel nostro Paese", ha detto ancora Scaccabarozzi.

"L'Italia può farcela - ha aggiunto - perché è un giacimento di risorse ed eccellenze nelle Life Sciences con realtà industriali poco note o addirittura sconosciute talvolta anche agli addetti ai lavori. Non dimentichiamo che siamo coinvolti nelle fasi produttive di diversi vaccini anti-Covid. Abbiamo progetti di eccellenza per gli anticorpi monoclonali da imprese italiane, multinazionali e in partnership tra loro".  “Ma per avviare nuovi investimenti – rimarca Scaccabarozzi -  è necessario adottare alcune misure che rendano sempre più attrattivo il Paese. Innanzitutto assicurando il coordinamento delle politiche sanitarie e industriali. E poi agendo rapidamente per adeguare le risorse al bisogno di salute dei cittadini e all’invecchiamento della popolazione. Così come è importante superare le pesanti complessità burocratiche per corrispondere alla velocità che caratterizza lo scenario delle life sciences. In particolare, con l’arrivo di terapie sempre più avanzate e personalizzate, bisogna ripensare la governance e i modelli, ormai antichi, di finanziamento della spesa farmaceutica che impongono costi altissimi alle imprese attraverso il ripiano degli sfondamenti di quella ospedaliera. È fondamentale che i due tetti di spesa (convenzionata e acquisti diretti) siano rimodulati in modo dinamico - tenendo conto dei trend - per utilizzare al meglio le risorse stanziate. Esigenza stringente perché tra il 2017 e il 2021 le risorse disponibili ma non spese sono state pari a 5,5 miliardi, importo in linea alle richieste di ripiano. Inoltre, valorizzando anche i costi evitati dai farmaci su tutto il percorso di cura, si riuscirebbero a trovare i finanziamenti per portare in equilibrio la spesa”.

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Scaccabarozzi ha ricordato che il Paese "fa parte della rete internazionale di produzione di antivirali ed è all'avanguardia nelle pubblicazioni biomediche, nei test rapidi e negli studi clinici. Ed è anche sede di ricerca e produzione, con veri e propri centri di eccellenza globali per molte patologie: oncologia, antibiotici di nuova generazione, plasmaderivati, prodotti coperti da brevetto che hanno consentito di riportare in Italia tutta la filiera, immunoterapie, farmaci orfani, tecnologie mRna, insulina e antidiabetici innovativi, prodotti iniettivi e sterili, farmaci innovativi contro lo scompenso cardiaco o antiepatite, vaccini non covid resi più efficaci dagli adiuvanti, farmaci in asepsi, principi attivi innovativi". Il leader di Farmindustia rileva poi come “con la pandemia è emersa l’importanza di un sistema che non si faccia più trovare impreparato in caso di emergenza. Per questo, pur disponendo di un Servizio Sanitario Nazionale (SSN) universale è necessario ridisegnare la salute del futuro.  Proprio dal PNRR possono arrivare i finanziamenti necessari per ammodernare il SSN e per gli investimenti nella filiera della Salute.   Perché è importante – come ha detto il premier Draghi - mantenere un ruolo di primo piano nella Ricerca e nelle Scienza della Vita, oggi messo in discussione da forti competitor a livello globale. Competitor che negli ultimi anni sono cresciuti rapidamente e più dell’Italia grazie a politiche e strategie di investimento dei loro Governi”.

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