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Bassi stipendi e carriere ferme: i medici italiani scappano all'estero

Professione Redazione DottNet | 29/08/2021 17:59

In Germania si guadagnano circa 42mila euro, in Francia 39mila, in Spagna a 34.300, in Gran Bretagna si sfiorano i 38.900 euro l'anno

Medici sempre più attirati dall'estero. E il motivo è ben chiaro: mentre in Italia gli stipendi restano bassi con contratti a termine e limitate prospettive di crescita professionale, oltre confime la musica è ben diversa. Un medico nel nostro Pese guadagno in media circa 32.600 euro (lordi), in Germania è più alto di 10mila euro, in Francia è di 38.900, in Spagna a 34.300 euro, In Gran Bretagna si sfiorano i 38.900. E le assunzioni nella maggioranza dei casi sono a tempo indeterminato e non di contatti da rinnovare ogni 6 mesi. Il sistema sanitario italiano è vero, funziona bene (ancora) grazie anche all'elevata professionalità del personale e all'alto tasso di efficienza perché ottimizza sui costi investendo poco sul capitale umano.

Tuttavia un buon sistema sanitario dev'essere anche efficace, cioò deve dare risposte valide alle emergenze con risorse e mezzi idonei. Cosa che non è accaduta con la pandemia, quando le terapie intensive all'improvviso non bastavano più e il personale era ridotto a causa delle mancate assunzioni. Oltre, come detto, all'esodo verso altri paesi: infatti incrociando vari dati (Corte dei Conti, Ocse, ordini dei medici) si scopre ad esempio che nell’ultimo decennio l’Italia ha perso circa 10mila medici o che la metà dei medici stranieri che lavorano in Europa sono italiani. Germania, Francia e Gran Bretagna le mete più gettonate. Un danno che costa alle nostre casse circa 250 milioni di euro l’anno, a tanto ammonta l'onere per la formazione dei professionisti.  

 Secondo uno studio del Sindacato dei medici ANAAO nel 2019, dai dati del Conto Annuale del Ministero della Economia e Finanze, il 2,9% dei medici ospedalieri ha deciso di dare le dimissioni: licenziandosi e/o andando in pensione prima del tempo. Secondo questo studio oltre 3000 medici hanno visto un’alternativa migliore nel privato o nel lavoro sul territorio. Alternativa migliore dal punto di vista economico, forse, ma certamente anche di qualità di vita con meno pressione lavorativa e psicologica, meno attacchi personali, meno rischi di aggressioni alla propria incolumità fisica. Questo fenomeno è completamente nuovo in Italia e se lo associamo alla costante emorragia di giovani e giovanissimi laureati che neanche provano ad entrare ne mercato del lavoro SSN decidendo invece di emigrare in Paesi UE ed extra-UE (circa 1000 annui), il risultato complessivo è che il SSN tra 4-5 anni sarà desertificato. Privo delle minime esperienze e risorse umane e professionali che sono assolutamente necessarie a mantenerlo in vita come tale su tutto il vasto territorio nazionale.

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