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Tre studi su esseri umani per vaccini antinfluenzali mRna

Farmaci Redazione DottNet | 14/10/2021 15:16

Moderna, Pfizer e Sanofi sono le aziende che hanno avviato i test di fase I sugli esseri umani: presto potrebbero arrivarne altre che stanno conducendo studi in fase preclinica

Un vaccino contro l’influenza basato sulla stessa tecnologia dell’RNA messaggero utilizzata nelle vaccinazioni Covid-19, potrebbe non essere lontano. Sono già tre infatti, ovvero Moderna, Pfizer e Sanofi, le aziende che hanno avviato i test di fase I sugli esseri umani, e potrebbero presto essere seguite da altre che stanno conducendo studi in fase preclinica. A fare il punto sul futuro di uno vaccini più utilizzati al mondo è un articolo pubblicato su Nature. I vaccini antinfluenzali esistenti, siano essi costruiti attorno a virus inattivati ;;o proteine ;;ricombinanti, offrono il 40-60% di protezione. Con quelli a mRNA, spiega l’articolo, le risposte immunitarie potrebbero essere più ampie, la selezione del ceppo più accurata e la tecnologia potrebbe rendere facile includere un grande numero di antigeni. Queste caratteristiche dovrebbero tradursi in una maggiore protezione, particolarmente utile per gli anziani, che spesso hanno risposte deboli ai vaccini tradizionali.

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Inoltre, la flessibilità e la velocità della produzione di vaccini mRNA potrebbero consentire ai produttori di aspettare più a lungo per avviare la produzione, ad esempio iniziando a maggio, invece che a febbraio, in vista di una stagione influenzale che debutta in genere a ottobre: ciò consentirebbe di prendere decisioni più informate su quali ceppi includere. Come noto, l’mRna fornisce alle cellule dell’ospite le istruzioni per produrre una proteina del virus. Nel caso dell’influenza, i vaccini a mRna potrebbero avere come obiettivo delle proteine che hanno lo stesso ruolo della spike per il Sars-Cov-2, ossia l’emoagglutinina e la neuraminidasi. Molte delle aziende coinvolte nelle sperimentazioni stavano lavorando su candidati al vaccino antinfluenzale prima della pandemia. Poi è arrivato il Covid e hanno letteralmente scambiato le sequenze di codifica dell’influenza e le sequenze SARS-CoV-2.
 

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