Scotti: “I medici registrano una forte reticenza ad aderire al nuovo richiamo da parte di molti anziani, oltre ad una «grande confusione» in merito alle modalità operative per la quarta somministrazione"
È un via col freno tirato quello alla nuova fase della campagna vaccinale anti-Covid per la somministrazione della quarta dose - o secondo booster - agli over80, agli ospiti delle Rsa ed ai soggetti fragili a partire dai 60 anni di età. A dirlo sono i medici di famiglia che, sul campo, registrano una forte reticenza ad aderire al nuovo richiamo da parte di molti anziani, oltre ad una «grande confusione» in merito alle modalità operative per la quarta somministrazione. Un capitolo che si apre mentre l'andamento generale delle vaccinazioni anti-Covid conferma un rallentamento nelle ultime settimane, e non sembra decollare neppure il nuovo vaccino Novavax, di formulazione più tradizionale.
Nelle prime sei settimane di disponibilità, dal 28 febbraio a oggi, Novavax è stato infatti somministrato a 36.
In questo quadro si attende dunque l'avvio per le quarte dosi. La relativa circolare ministeriale diventa applicabile a partire dal giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della determina Aifa in materia, ma ad oggi la pubblicazione non è ancora avvenuta. Già si segnalano, però, delle criticità. A partire dalla confusione sul dove la quarta dose potrà essere inoculata. Il coinvolgimento dei medici di famiglia, spiega all'ANSA il segretario della Federazione dei medici di medicina generale, Silvestro Scotti «dipende dalle aziende sanitarie e dalla condivisione del meccanismo di finanziamento, che al momento non pare ci sia. Dopo la fine dell'emergenza, infatti, non tutte le asl stanno confermando il contributo previsto di circa 6 euro per somministrazione ai medici, dirottando le risorse ad altre priorità. Si sta dunque creando una grande incertezza e non è detto che i medici di base somministreranno le dosi, mentre la maggioranza degli hub vaccinali è stata chiusa. Ma soprattutto per gli anziani penso sia complesso raggiungere i centri eventualmente deputati, e fondamentale sarebbe mantenere il medico di base come punto di riferimento».
Di certo, al momento le quarte dosi non saranno somministrate neanche nelle farmacie, che già nella prima fase della campagna vaccinale non avevano effettuato le inoculazioni a soggetti fragili e over-80. Oltre ai dubbi, la reticenza: «L'aumento delle reinfezioni - sottolinea Scotti - sta determinando una perdita di fiducia rispetto alla vaccinazione da parte proprio di anziani e soggetti fragili, molti dei quali non vogliono fare la quarta dose, e il nostro compito è far capire che il vaccino mette comunque al riparo dalla malattia grave».
Dai medici di famiglia, inoltre, un appello a far presto anche sull'utilizzo degli antivirali: «Bisogna che l'Aifa modifichi al più presto la normativa per fare in modo che anche i medici possano prescrivere gli antivirali, ovvero le pillole anti-Covid, che vanno somministrate a pochi giorni dall'insorgenza dei sintomi. Se non risolviamo subito questo problema - avverte Scotti - la combinazione della reticenza vaccinale rispetto alla quarta dose di molti anziani e fragili e la indisponibilità di una terapia nell'immediatezza, qualora questi soggetti si ammalassero in vista del prossimo autunno, potrà creare il rischio di un'ondata pandemica pericolosa proprio nei mesi autunnali».
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