Colpito il 2-5% della popolazione e fino al 20% dei bambini
"Il costo medio annuo per ogni singolo paziente affetto da dermatite atopica è di 4.284 euro, e si arriva addirittura a 6.268 euro se si guarda alla fascia d'età 46-60 anni. In alcuni casi si può arrivare anche a superare i 20.000 euro a paziente per ogni anno". Così Francesco Saverio Mennini, research director Eehta del Ceis della Facoltà di Economia dell'Università di Roma Tor Vergata, ha sintetizzato i dati di un recente studio del Ceis nel corso del webinar "Dermatite Atopica: tra impatto economico e qualità della vita" promosso dall'EEhta del Ceis con il patrocinio della Sitha e con il contributo non condizionante di Sanofi. La dermatite atopica colpisce circa il 2-5% della popolazione italiana adulta e fino al 20% dei bambini, con pesanti ricadute sul benessere emotivo e sociale.
Contribuiscono a migliorare l'aspetto fisico e la percezione che le persone hanno di sé
"La terapia riduce la progressione della patologia e non compilare documenti libera tempo per altre visite"
Solo il 5% dei pazienti ospedalizzati per un’infezione respiratoria riceve una diagnosi eziologica per identificare il patogeno responsabile: il rischio è un uso inappropriato degli antibiotici
"La normativa imporrà alle aziende del farmaco nuovi obblighi ancora più stingenti a cui adeguarsi, impedendo così un uso improprio e non trasparente delle informazioni sensibili"
Negli adolescenti la dermatite atopica è associata a un notevole carico psicologico: maggiore vulnerabilità, rabbia, ansia e insicurezza
La campagna promossa da Johnson & Johnson in partnership con APIAFCO – Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza ha l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sulla psoriasi e offrire screening gratuiti
Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista Jama Dermatology e condotto presso l'Università di San Francisco su due ampi campioni di individui
L’assunzione del principio attivo Baricitinib, il primo approvato nel 2022 per i pazienti adulti con alopecia areata grave si è dimostrata ancora più efficace sui pazienti curati nella vita reale rispetto a quelli trattati negli studi registrativi
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