Il ministro della Salute dovrà dettare i criteri per l'adozione del programma pluriennale per l'individuazione degli anticorpi del diabete di tipo 1 e della celiachia
Via libera quasi all'unanimità dell'Aula della Camera alla definizione di un programma diagnostico per l'individuazione del diabete di tipo 1 e della celiachia nella popolazione pediatrica. Il testo, approvato a Montecitorio con 255 voti a favore ed un contrario, passa al Senato. La proposta di legge, di cui Giorgio Mulè (Fi) è il primo firmatario, punta a definire un programma di salute pubblica di diagnosi tramite screening destinato alla popolazione in età infantile e adolescenziale, individuata nel range di età dagli 1 ai 17 anni, per identificare i soggetti a rischio sviluppo di diabete di tipo 1 o di celiachia. Grazie alla diagnosi precoce, infatti, è possibile ridurre le complicanze, potenzialmente mortali, derivanti dalle predette malattie. Il ministro della Salute dovrà dettare i criteri per l'adozione del programma pluriennale per l'individuazione degli anticorpi del diabete di tipo 1 e della celiachia, finalizzato al prevenire l'insorgenza di chetoacidosi in soggetti affetti da diabete di tipo 1 e di rallentare la progressione della malattia mediante l'impiego delle terapie disponibili, oltre che ottenere diagnosi precoci della celiachia.
L’Associazione Italiana Celiachia ha seguito i lavori che hanno portato al voto del 23 maggio, riscontrando l’attenzione delle diverse forze politiche, trasversalmente, per garantire alle Associazioni Pazienti interessate il giusto coinvolgimento previsto dal Codice del Terzo Settore, sia nella fase normativa, che in quella programmatica affidata al Ministero della Salute, oltre che nell’Osservatorio Nazionale su diabete e celiachia istituito dalla legge presso il Ministero della Salute.
"Consideriamo molto positivo che le istituzioni prestino la giusta attenzione alla diagnosi di celiachia, malattia fortemente sottostimata in Italia, dove solo il 40% dei pazienti ha una diagnosi e può accedere alle cure. Non dimentichiamo mai che un celiaco non diagnosticato si espone al rischio di complicanze anche molto gravi, vedendo peggiorata la propria salute e la qualità della vita, oltre a gravare sulla sanità pubblica. Fare diagnosi di celiachia è una forma di prevenzione" dichiara Rossella Valmarana, Presidente di AIC- Associazione Italiana Celiachia. "In aula sono stati presentati alcuni emendamenti, non tutti accolti. Tra gli spunti di miglioramento della legge emersi dal dibattito parlamentare, in particolare, AIC seguirà la proposta della riduzione dell’IVA negli alimenti specificamente formulati per i celiaci, che può restituire al tetto di spesa una quota significativa di valore economico, analogamente a quanto si sta sperimentando in Spagna in questo periodo."
Nell’ambito istituzionale, AIC esprime inoltre la propria soddisfazione per la nascita dell’Intergruppo Parlamentare sulla Celiachia, Allergie e AFMS, progetto a cui l’Associazione ha partecipato, intervenendo al primo appuntamento di presentazione il 18 maggio scorso, nell’ambito della Settimana della Celiachia. All’Intergruppo possono aderire membri della Camera e del Senato, politicamente trasversali per l’approfondimento dei temi oggetto dell’intergruppo e il coordinamento dell’azione parlamentare.
"Seguiremo l’attività dell’Intergruppo, con la volontà di fornire ogni utile contributo per le iniziative a favore dei pazienti celiaci. Alla nostra attenzione anche l’iter legislativo del disegno di legge per la modifica della L. 123/05, con alcune delle istanze da tempo portate avanti da AIC: il completamento della digitalizzazione in tutte le Regioni e Province Autonome, circolarità del buono, formazione degli operatori della ristorazione, strumenti per il miglioramento della performance di diagnosi e follow up della celiachia" conclude la Presidente Valmarana.
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