Per spostamenti con la bella stagione. Cruciale evitare focolai autoctoni
In Italia "registriamo un leggero aumento dei casi di infezione dengue, ma questo era ampiamente previsto poichè, con la bella stagione, aumentano gli spostamento anche verso il Centro e Sud America, dove l'infezione è altamente presente. Di conseguenza, i casi sono lievemente cresciuti anche da noi, ma sono tutti casi di importazione". A sottolinearlo all'ANSA è l'infettivologo Matteo Bassetti, presidente della Società italiana di terapia antinfettiva e direttore della Clinica Malattie Infettive Ospedale San Martino Irccs di Genova. Proprio pochi giorni fa un caso di dengue è stato trattato al San Martino in un ragazzo proveniente dall'Argentina, già dimesso. "Al momento - spiega Bassetti - siamo di fronte a casi tutti di importazione, ovvero registrati in persone che avevano viaggiato e provenivano da Paesi dove l'infezione è endemica. E' evidente che con l'impennata di casi in Paesi come Brasile, Argentina e Perù, sono aumentati anche i casi di infezione in chi rientra da questi luoghi". Inoltre, aggiunge, "negli ultimi mesi è cresciuta l'attenzione anche mediatica rispetto a tale infezione, ed è più facile che coloro che rientrano da viaggi in questi luoghi si sottopongano a controlli all'insorgenza di qualunque primo segnale sospetto". Secondo Bassetti è dunque probabile che questo trend prosegua, con un ulteriore aumento delle infezioni anche in Italia: "L'aspetto più importante - precisa - è che a questo punto non si sviluppino dei focolai autoctoni sul nostro territorio, ovvero casi di infezione sviluppati in soggetti che non hanno mai viaggiato in territori a rischio, come già accaduto nel 2023 con due focolai in Lazio e Lombardia.
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