L'erogazione va cumulata al reddito autonomo dell’anno ai fini fiscali, ma, per chi ha scelto di aderire al regime forfettario, non partecipa al calcolo per il raggiungimento della soglia di 85.000 euro
L’indennità di maternità liquidata dall’Enpam ai medici convenzionati e liberi professionisti va cumulata al reddito autonomo dell’anno ai fini fiscali, ma, per chi ha scelto di aderire al regime forfettario, non partecipa al calcolo per il raggiungimento della soglia (85.000 euro) oltre la quale non è più possibile avvalersi del regime fiscale agevolato.
L’indennità di maternità è infatti un provento sostitutivo del reddito, e quindi, ai sensi dell’art.
Per questo motivo, a seconda dell’occupazione della lavoratrice, queste voci andranno così indicate:
Con riferimento a tale ultimo caso, si ricorda che, come chiarito dalla circolare 30.05.2012, n. 17, par. 6.1.1, lett. b), l’indennità di maternità (e l’eventuale contributo a sostegno della maternità) per la contribuente minima o forfettaria costituisce sì reddito tassabile da assoggettare a imposta sostitutiva, ma non è da considerare per la verifica dei limiti reddituali di accesso/permanenza nel regime (per esempio, gli 85.000 euro del regime forfettario). Pertanto, continuando nel nostro esempio, la professionista nel regime forfettario che abbia conseguito compensi per 81.000 euro e un’indennità di maternità di 5.000 euro, non uscirà dal regime per superamento della soglia, ma, dopo aver applicato gli abbattimenti previsti per il codice ATECO della categoria di appartenenza, dovrà assoggettare all’imposta sostitutiva del 15% soltanto gli 81.000 euro. Una nuova, interessante opportunità, per mantenere il diritto ad un regime che sta riscuotendo molto successo sui lavoratori autonomi più giovani, e non solo.
Secondo l’ultimo Monitoraggio Inps, da gennaio a marzo 2025 sono stati liquidati 194.582 nuovi trattamenti pensionistici. Di questi, solo 54.094 sono pensioni anticipate (dato ancora provvisorio), con un assegno medio di 2.065 euro
Anelli (Fnomceo) e Senna (Cao): "Il provvedimento approvato in via definitiva recepisce le istanze e la posizione consolidata di questa Federazione"
Le aliquote di rendimento sono state aumentate del 2 per cento per ogni anno di permanenza in attività oltre l’età ordinaria di pensionamento
Lo dice l’Inps nel messaggio n. 1431 del 7 maggio 2025, mediante il quale l’Istituto modifica parzialmente le indicazioni contenute nella Circolare dell’Inpdap n. 11/2006
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
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