Magi: “Il governo Meloni ha appena ucciso il settore della cannabis light nel nostro Paese"
Stretta sulla cannabis all’interno del ddl Sicurezza. I lavori sono andati avanti tutta la notte nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera e si procede ad oltranza. Una delle principali novità riguarda le sostanze stupefacenti: tra le proposte di modifica approvate c’è quella che equipara la cannabis light a quella non light. Stop, invece, alla proposta della Lega di Matteo Salvini per vietare l'immagine della pianta di canapa per fini pubblicitari. La legge attualmente in vigore, risalente al 2016, consente la coltivazione della canapa a uso industriale ma solo con una quantità di Tc inferiore allo 0,2 per cento. Con la stretta sancita nella notte è stato stabilito il divieto di vendita di qualunque prodotto derivato dalla canapa.
“Il governo Meloni ha appena ucciso il settore della cannabis light nel nostro Paese". A scriverlo è il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, su X. "Nella seduta fiume di questa notte in commissione alla Camera è stato infatti approvato l’emendamento al ddl sicurezza che equipara la cannabis light a quella con thc - sottolinea - Il governo Meloni, in preda alla furia ideologica, cancella una filiera tutta italiana, 11mila posti di lavoro. E pensano anche di aver fatto la lotta alla droga…”.
"Equiparare la cannabis light a quella con Thc è un gravissimo errore e il governo stanotte, stavolta sì con il favore delle tenebre, approvando un emendamento al decreto sicurezza ha deciso di azzerare un settore produttivo che impiega migliaia di persone e fattura oltre 500 milioni all'anno", dice dal canto suo Stefano Vaccari del Pd. "Ha vinto, almeno per ora, la follia propagandistica del governo che pensa così di comunicare un impegno istituzionale contro le droghe che però sono altra cosa rispetto alla cannabis light con potenziale produttivo tra cosmesi, erboristeria, integratori alimentari e florovivaismo. Una scelta sbagliata che colpisce un settore che impegna molti giovani e che avrebbe dovuto essere aiutato e non certo annientato anche perché non ci sono controindicazioni di ordine sanitario", conclude il capogruppo in commissione Agricoltura e segretario di presidenza della Camera.
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