Lo rivela l’Inps nel messaggio n. 914/2015. La novità riguarda il calcolo della pensione con la regola contributiva
Buone notizie per chi va in pensione quest’anno: il montante contributivo sarà rivalutato del 3,66% (si tratta della somma di tutti i contributi versati durante la vita lavorativa su cui si calcola l’assegno di pensione). Per esempio: il montante di 250mila euro di contributi versati diventano 259.156 euro e l’importo della pensione a 67 anni d’età, sale da 14.307 a 14.831 euro annui. Lo rivela l’Inps nel messaggio n. 914/2015.
La novità riguarda il calcolo della pensione con la regola contributiva, in base alla quale il suo importo è pari a una percentuale della somma di tutti i contributi versati durante l’intera vita lavorativa (in genere pari al 33% del proprio reddito, stipendio o retribuzione). La somma dei contributi costituisce il c.d. montante contributivo; la percentuale che, applicata al montante, determina l’importo annuo di pensione, è fissata dalla legge in corrispondenza a ciascuna possibile età di pensionamento, da 57 a 71 anni.
Giova ricordare che in due occasioni il tasso è risultato negativo: nel 2014 e nel 2021. Nel 2014 (— 0,001927, quindi 250 mila euro di contributi sarebbe diventati 249.518 euro), fu l’Inps, in via amministrativa, a scongiurare la «svalutazione» sostenendo che la legge (è la n. 335/1995, la c.d. riforma Dini delle pensioni) non prevede l’applicazione del tasso in senso negativo, una tesi che poi è diventata regola.
Lo dice l’Inps nel messaggio n. 1431 del 7 maggio 2025, mediante il quale l’Istituto modifica parzialmente le indicazioni contenute nella Circolare dell’Inpdap n. 11/2006
Le rate, da restituirsi in 48 o 60 mesi, si possono cominciare a pagare anche non prima di un anno dalla concessione del prestito
Il prossimo appuntamento elettorale Enpam, è quello di giovedì 29 maggio 2025, quando tutti gli iscritti sono chiamati per votare i 70 rappresentanti dell’Assemblea nazionale
“Crescono anche gli iscritti che, considerate entrambe le gestioni, principale e separata, passano dai 46.339 del 2023 ai 50.883 del 2024 e il loro reddito professionale medio"
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
Commenti