Il tema annuale della Settimana europea dei test per il 2025 sottolinea la necessità di migliorare l'accesso ai servizi di test e trattamento per i migranti e le popolazioni in movimento
Secondo le stime più recenti, nella regione europea quasi una persona su 3 con Hiv non sa di essersi contagiata. C'è un mondo sommerso che accomuna anche diverse infezioni a trasmissione sessuale e malattie infettive come l'epatite. Sempre tornando al caso dell'Hiv, gli ultimi dati diffusi dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e dall'ufficio regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l'Europa segnalano che nella regione più della metà (52% per l'intera regione europea dell'Oms, 53% per Ue/See) delle diagnosi di Hiv vengono effettuate tardivamente, il che comporta una maggiore morbilità e un rischio maggiore di morte correlata all'Aids. Tanto che il rapporto si chiudeva evidenziando la "necessità critica di prevenzione, test precoci, diagnosi e accesso alle cure per migliorare le condizioni di salute delle persone e ridurre la trasmissione". E' uno degli obiettivi che si pone la European Testing Week che si apre oggi, lunedì 19 maggio, e proseguirà fino a lunedì 26.
Il tema annuale della Settimana europea dei test per il 2025 sottolinea la necessità di migliorare l'accesso ai servizi di test e trattamento per i migranti e le popolazioni in movimento, "fondamentale per raggiungere gli obiettivi globali entro il 2030", fanno notare i promotori della settimana di sensibilizzazione, occasione per mettere in luce anche "le barriere che impediscono ai migranti di accedere ai servizi di cui hanno bisogno e che hanno contribuito a un aumento delle diagnosi di Hiv tra le popolazioni migranti negli ultimi 10 anni".
Indetta da EUROtest iniziative, questa settimana si svolge 2 volte l’anno e vede oltre 50 Paesi, facenti parte della regione europea dell'Oms, unire gli sforzi per offrire a quante più persone possibile l'accesso ai test in modalità anonima e gratuita e per sensibilizzare sull'importanza di una diagnosi precoce. "Scopo della mobilitazione - scrive per esempio l'associazione Lila - è anche sollecitare le istituzioni a moltiplicare l'offerta, eliminando le barriere che ne impediscono un ricorso più ampio (mancato rispetto dell'anonimato, ambienti ostili e giudicanti, discriminazioni, burocrazia, costi ecc). A sostenere e a partecipare sono centinaia di realtà dei servizi sanitari pubblici e privati, associazioni, communities".
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