"Ottima aderenza e retention in care sia delle persone con HIV sia di chi vuole prevenire l’infezione. Minor ricordo di malattia e riduzione dello stigma dovuto all’assunzione quotidiana di farmaci"
"Ottima aderenza e retention in care sia delle persone con HIV sia di chi vuole prevenire l’infezione. Minor ricordo di malattia e riduzione dello stigma dovuto all’assunzione quotidiana di farmaci"
Le terapie e la profilassi "long acting" – somministrabili ogni due mesi – rappresentano un cambio di paradigma per l’HIV, con cui si uniscono efficacia clinica, miglioramento dell’aderenza e della retention in care e impatto positivo sulla negativa percezione sociale dell’infezione. Queste le principali novità della ricerca italiana, presentate nella 17aedizione di ICAR - Italian Conference on AIDS and Antiviral Research, che costituiscono un dato importante per le oltre 140mila persone che in Italia vivono con HIV e per tutti coloro che hanno bisogno di avere accesso alla PrEP per la prevenzione. Rimarcata l’efficacia anche su una popolazione HIV positiva in età avanzata e i primi risultati, molto incoraggianti, sull’uso della PrEP Long Acting in popolazioni che diversamente non avrebbero alternative di prevenzione.
TERAPIA LONG ACTING: PIÙ SEMPLICITÀ, CONTINUITÀ, ADERENZA E MENO STIGMA – I progressi della terapia antiretrovirale hanno reso l’HIV un’infezione cronica.
GLI STUDI PRESENTATI A ICAR SUI TRATTAMENTI LONG ACTING – Diversi studi, dall’INMI Spallanzani di Roma all’Ospedale Luigi Sacco di Milano, hanno confermato in real world i risultati già emersi dai trial clinici: nella terapia con Cabotegravir-Rilpivirina, la persistenza è stata elevata, con un tasso di interruzione limitato, confermando la tollerabilità nel lungo periodo e l’impatto positivo sul benessere psicologico e relazionale delle persone. Tra i dati più interessanti e innovativi, quelli relativi alla popolazione over 65, che rappresenta una fascia d’età sempre più interessata vista la capacità di cronicizzazione dell’infezione.
"Nel nostro studio ci siamo soffermati sulla Coorte Geppo, una coorte multicentrica italiana che include persone con HIV di età superiore a 65 anni, quindi con problematiche cliniche particolari – spiega il Prof. Emanuele Focà, Professore Associato di Malattie Infettive all'Università degli Studi di Brescia – Attualmente, la terapia long acting in queste persone non è molto utilizzata poiché vi sono pochi riscontri negli studi clinici e quindi una scarsità di dati. Abbiamo analizzato gli outcome in termini di efficacia virologica e di tollerabilità di questa terapia su 134 persone seguite per circa 18 mesi: è emerso che l'efficacia virologica si mantiene nel 100% delle persone con HIV; non vi è stato dunque nessun fallimento virologico e la tollerabilità è ottima, con solo 14 sospensioni. L'utilizzo di questi farmaci è pertanto raccomandabile anche in questa popolazione per l'efficacia e la tollerabilità: alle persone anziane che vivono con HIV bisognerebbe offrire le stesse opportunità cliniche e terapeutiche a disposizione della popolazione più giovane".
LA LONG ACTING PrEP, NUOVA FRONTIERA DELLA PREVENZIONE-La Profilassi Pre-Esposizione (PrEP) rappresenta la forma di prevenzione per l’HIV oggi disponibile. Vi sono due tipi di PrEP: la prima è quella orale, che si può assumere in modalità continuativa, con una pillola al giorno, oppure on demand, al bisogno; questa formulazione però presenta grossi limiti in tema di aderenza e persistenza. L’altra è quella iniettabile per via intramuscolare con Cabotegravir:con una somministrazione ogni due mesi consente tassi di aderenza e persistenza più elevati.
"La long acting PrEP dimostra un'efficacia maggiore della PrEP orale sia nella popolazione maschile che in quella femminile – sottolinea Silvia Nozza, Responsabile Area di trattamento e prevenzione dell’infezione da HIV, Ospedale San Raffaele, Milano – Migliora l’aderenza, soprattutto in alcune persone che hanno un’intolleranza o qualche difficoltà a prendere una terapia orale tutti i giorni, aprendo così nuove opportunità di prevenzione alle cosiddette key population, come i sex worker o le donne molto giovani".
IL PROGRAMMA PILOTA A MILANO, ROMA E PADOVA - La PrEP long acting con Cabotegravir ha ottenuto l’approvazione da parte dell’EMA; in Italia, è attualmente in corso in AIFA la discussione in merito alla rimborsabilità. Il farmaco è dunque al momento somministrato – tramite un programma speciale - a poche centinaia di persone che non avrebbero alternative di prevenzione, non essendo a giudizio del clinico la PrEP orale per loro una opzione: l'INMI Spallanzani di Roma, tre ospedali milanesi, il Sacco, il San Raffaele, il Niguarda, e Padova. Il primo bilancio è promettente, con un alto tasso di gradimento e aderenza, senza effetti collaterali di rilievo.
"L'implementazione della PrEP iniettiva ha rappresentato un lavoro impegnativo, realizzato grazie al supporto del personale infermieristico e alla collaborazione con le associazioni – spiega Valentina Mazzotta, responsabile dell'ambulatorio per il counseling, il test e la profilassi dell'infezione dell’HIV e delle infezioni a trasmissione sessuale presso l’INMI Spallanzani di Roma – Nello studio condotto da gennaio ad aprile 2025 abbiamo coinvolto 310 persone: abbiamo riscontrato un’elevata accettabilità e una grande tollerabilità della PrEP con Cabotegravir. Gli eventi avversi sono stati molto limitati, come il dolore nella sede di iniezione. In particolare, gli utenti hanno riferito una riduzione dello stigma percepito grazie all’eliminazione della pillola quotidiana".
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