"L'incrocio con strategie commerciali sempre più aggressive e l'uso disinvolto di nuove tecnologie può aumentare le fratture sociali"
"Solo il 5-7% delle prestazioni odontoiatriche è oggi garantito dal Servizio Sanitario Nazionale. Un dato che, incrociato con strategie commerciali sempre più aggressive e con un utilizzo delle tecnologie che va governato, rischia di allargare la frattura tra chi può permettersi cure private e chi no. Troppo spesso si assiste a aperture di strutture che attirano pazienti con marketing suggestivo per poi lasciarli senza denti e senza i soldi finiti alle finanziarie". A lanciare l’allarme è Valerio Fancelli, presidente della Commissione Albo Odontoiatri dell’Ordine dei Medici della provincia di Firenze, che propone l’apertura di un tavolo nazionale di confronto tra Ordini, università, istituzioni e associazioni professionali.
"L’odontoiatria è un presidio fondamentale per la salute dei cittadini data anche la correlazione tra le patologie orali e alcune patologie sistemiche – spiega Fancelli –, ma la professione è chiamata oggi a una riflessione profonda: sulle condizioni di accesso dei giovani, sul ruolo del pubblico, sull’impatto delle nuove tecnologie e sulla sostenibilità del modello attuale.
Un ulteriore richiamo riguarda l’evoluzione del mercato e delle modalità comunicative. "Le tecnologie sono uno strumento prezioso, ma non possono sostituire il ragionamento clinico né diventare il fulcro di campagne pubblicitarie aggressive – conclude Fancelli –. Al centro devono restare la formazione, l’etica e il rapporto medico-paziente". Una posizione condivisa da Alexander Peirano, presidente di ANDI Firenze: "La nostra è una professione medica a tutti gli effetti e come tale va tutelata. Non possiamo accettare che logiche esclusivamente commerciali prevalgano sull’approccio clinico. È il momento di avviare un confronto serio e costruttivo sul futuro della professione, senza rinunciare ai valori fondanti della medicina".
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