Richieste alla Fda l'autorizzazione per l'uso di emergenza e all'Agenzia europea per i medicinali Ema di un'autorizzazione condizionata
Si è dimostrato efficace al 100% nel prevenire le tipologie gravi di Covid-19 e al 94,1% nel prevenire la malattia negli altri casi il candidato vaccino dell'azienda statunitense Moderna, secondo i risultati dello studio di fase 3 su 196 volontari resi noti dall'azienda. Oggi stesso Moderna - i cui titoli sono saliti del 15,69% a Wall Street - ha fatto richiesta all'autorità statunitense per i farmaci Fda dell'autorizzazione per l'uso di emergenza, e all'Agenzia europea per i medicinali Ema di un'autorizzazione all'immissione in commercio condizionata. I risultati divulgati lascerebbero dunque ben sperare e si aggiungono a quelli degli altri due vaccini che parrebbero più prossimi al traguardo, quello di Oxford-AstraZeneca-Irbm e di Pfizer-BioNTech. Tuttavia i dati sono parziali e non ancora pubblicati. Per questo, la comunità scientifica invita alla cautela e l'ex direttore esecutivo dell'Ema Guido Rasi avverte che i dati reali sui vaccini saranno solo quelli aggregati che deriveranno da una valutazione completa. E come Moderna, anche AstraZeneca e Pfizer sono in procinto di richiedere all'Ema l'ok condizionato.
Lo studio COVE per il candidato vaccino RNA-1273 di Moderna ha coinvolto in totale in Usa 30mila partecipanti. L' analisi presentata oggi è basata su 196 casi di Covid: di questi, 185 sono stati osservati nel gruppo di volontari trattati con placebo, contro 11 casi osservati nel gruppo di volontari vaccinati con mRNA-1273.
Posizione, questa, confermata anche da Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute. Altra questione da chiarire è se i vaccini saranno in grado di prevenire, oltre ai sintomi, anche la diffusione del contagio. Vanno bene entrambe le situazioni, ha chiarito Rasi, "ma farebbe una grossa differenza se prevenissero anche la trasmissione, accelererebbe la normalizzazione della nostra vita". Infatti, rileva il virologo Fabrizio Pregliasco, "ad oggi manca la conferma del fatto che questi candidati vaccini, oltre ad evitare la malattia da SarsCov2 nei soggetti vaccinati, evitino anche che l'infezione possa comunque svilupparsi nel soggetto vaccinato e che quest'ultimo, pur non avendo sviluppato malattia ed essendo asintomatico, possa essere contagioso". Intanto, la Commissione Europea ha firmato formalmente con la società CureVac un nuovo contratto, già approvato da Bruxelles nei giorni scorsi, per la fornitura fino a 405 mln di dosi di un vaccino anti-Covid. E' il sesto contratto firmato dall'Ue con altrettante case farmaceutiche. Sale così a circa due miliardi il numero complessivo di dosi di vaccini di cui l'Ue si è finora assicurata la fornitura con, oltre a CureVac, 160 milioni di dosi dall'accordo con Moderna, 400 mln di dosi da AstraZeneca, 300 mln da Sanofi-Gsk, fino a 400 mln da Johnson & Johnson e fino a 300 mln da, BioNTech-Pfizer.
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