L'Asl di Bologna ha sospeso i due medici indagati nell'inchiesta su ricette false e rimborsi illegali di farmaci e interdetti, con un'ordinanza del gip, dall'esercizio della professione medica limitatamente alla convenzione con il Servizio sanitario nazionale (provvedimento applicato ad altri otto colleghi tra Bologna e la Romagna).
La sospensione è scattata il 30 ottobre e che da quel momento i medici non possono più fare ricette per conto del Servizio sanitario nazionale ne' lavorare in reparto negli ospedali pubblici. L'Asl ha aggiunto che è stato attivato l'iter delle procedure disciplinari nei confronti dei medici, ''di fronte all'Ufficio di disciplina per il professionista dipendente, e davanti al Collegio arbitrale per quello convenzionato''. Infine, il direttore generale dell'azienda Francesco Ripa di Meana ha confermato ''la volontà di costituirci parte civile in occasione dell'udienza preliminare nei confronti di quanti si sono resi protagonisti di una truffa così odiosa ai danni del Servizio sanitario pubblico, sottraendo risorse preziose alla tutela del diritto alla salute dei cittadini''.
La finalità del divieto è di garantire la massima efficienza e funzionalità operativa all'Ssn, evitando gli effetti negativi di un contemporaneo esercizio, da parte del medico dipendente, di attività professionale presso strutture accreditate
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