Il 'percorso nascita' in Italia è in fase di trasformazione: i piccoli centri confluiranno in quelli più grandi, con almeno 1.000 parti l'anno ed assistenza 24 ore su 24, verrà incentivato - anche economicamente - il parto naturale, si garantirà l'epidurale a tutte le donne. E' quanto prevede la riforma disegnata dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio e presentata alle Regioni. Una proposta che incontra l'approvazione dei ginecologi italiani riuniti oggi a Milano per l'86° Congresso nazionale della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) e il 51° dell'Associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI). La riforma "disegna un sistema più moderno e più adatto alle esigenze delle madri di oggi", afferma Giorgio Vittori, presidente Sigo.
"Ma - aggiunge- la rivoluzione si compirà solo se si darà il giusto riconoscimento a tutte le fasi, della pianificazione familiare alla nascita. Per questo è indispensabile intervenire sui rimborsi e i Drg. Oggi un parto normale 'vale' meno di un'artroscopia, dai 1.200-2.000 euro. Se le prestazioni che riguardano l'ostetricia e la ginecologia non vengono rivalutate, per far quadrare i conti ci si troverà costretti a limitarle controllandone la quantità e diminuendo la qualità". Il cambiamento necessario è in primo luogo culturale, di approccio alla salute della donna. "Vi è una scarsa attenzione a tutti quei disturbi 'di genere' che hanno come denominatore comune il dolore, in ambito pelvico, addominale e sistemico, dall'adolescenza alla menopausa", denuncia Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia del San Raffaele Resnati di Milano e co-presidente del Congresso. "Dolore che spesso interessa più organi e funzioni. Da un nostro sondaggio effettuato su 750 italiane che lamentano sofferenza ginecologica emerge che il dolore pelvico è molto diffuso e che le correlazioni sono sottostimate: il 56% di loro soffre di colon irritabile, il 47.
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