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Team italiano scopre il gene chiave contro i linfomi

Oncologia | 24/01/2011 19:11

Esiste un gene chiave per potenziare la risposta immune contro i linfomi, un tipo di tumori del sangue. Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Cancer Research e condotto da ricercatori dell'Istituto nazionale tumori Regina Elena e dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Lo studio dimostra che per i linfomi è possibile ottenere, nel topo, una cura eliminando, ovvero inattivando, un gene chiamato ERAP1. La manipolazione di questo gene consente di attivare un potente e finora inesplorato meccanismo di rigetto da parte del sistema immunitario; questa scoperta, affermano i ricercatori, potrebbe aprire nuovi importanti scenari terapeutici anche nell'uomo.

 Per la prima volta, spiegano i medici, ''siamo riusciti ad ottenere un'efficace interazione fra i due tipi di cellule del sistema immune deputate all'attività antitumorale (i linfociti T citotossici e le cellule Natural Killer) e questo è stato possibile 'inibendo' le cellule tumorali dell'espressione di un gene chiamato ERAP1. Fisiologicamente, il compito dei linfociti T e delle cellule Natural Killer è di eliminare le cellule alterate del nostro organismo, ma molti tumori riescono, purtroppo, a ingannare sia gli uni che le altre, evadendo così la sorveglianza immune''. Invece, continuano i ricercatori, ''inattivando ERAP1, siamo riusciti per la prima volta a innescare una cascata di eventi virtuosi che permette ad entrambe queste cellule con funzione immunitarie di aggredire e combattere il tumore su più fronti''.

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Benché questo studio sia stato finora condotto nel topo, sottolineano gli esperti, ci sono già elementi che inducono a pensare che sia possibile applicare la scoperta anche a linfomi umani. E non è la sola buona notizia: secondo gli studiosi, infatti, inibendo ERAP1 anche altri tumori, sia pediatrici sia dell'adulto, potrebbero diventare ottimi bersagli per il sistema immunitario, aumentandone la curabilità.

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