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Vertenza rimborsi specializzandi: la Cgil chiede al Senato di sopprimere l’art. 51 del Ddl per ristabilire la possibilità di ottenere i risarcimenti. Per lo Smi è una norma incostituzionale

Professione Redazione DottNet | 04/11/2011 15:02

La Fp-Cgil Medici ha inviato oggi al Presidente e ai componenti della Commissione Sanità del Senato la richiesta di soppressione del comma 51 dell'articolo 4 del Ddl Stabilità al fine di ristabilire la possibilità per migliaia di medici che hanno frequentato le scuole di specializzazione tra il 1983 e il 1991 di poter essere risarciti per la mancata retribuzione, come previsto dalle direttive comunitarie. E' quanto annuncia in una nota la Federazione Lavoratori Funzione Pubblica Cgil.

Diverse sentenze della Cassazione, e in particolare la più recente (17350/11), hanno infatti fissato, a partire dal 27 ottobre 1999, in dieci anni i tempi di prescrizione, ma con il Ddl Stabilità il diritto al risarcimento viene dimezzato con la prescrizione a 5 anni. "Si tratterebbe dell'ennesima norma contra medicum di questo Governo - conclude Massimo Cozza, segretario nazionale dell'Fp-Cgil Medici - che riguarda sempre gli stessi professionisti già colpiti dai tagli e che adesso si vorrebbero privare anche del risarcimento, in media di oltre 40mila euro, nonostante 20 anni fa abbiano frequentato le scuole di specializzazione senza alcuna retribuzione''.

"Aumenta il clima di incertezza e preoccupazione per la sorte dei risarcimenti per i medici ex specializzandi negli anni 1982/1991", dopo un articolo del Ddl stabilita' che "cancellerebbe proprio gli effetti delle recenti sentenze in materia (l'ultima della Cassazione in estate), che riconoscono quanto sancito dagli organismi comunitari". Lo denuncia Salvo Cali', segretario generale del Sindacato dei medici italiani (Smi), che invita tutti i sindacati a un'iniziativa comune.

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"Dopo una lunga battaglia giudiziaria - dice Cali' - anche la Cassazione ha riconosciuto che i medici ex specializzandi 82/91 hanno diritto al risarcimento del compenso non percepito durante gli anni della specializzazione, come previsto dalle normative europee. In questo Paese, pero', i colpi di scena sono sempre in agguato", osserva Cali' che parla di "un colpo di mano del Governo contro lo stato di diritto e contro migliaia di medici". "Oltretutto - aggiunge il segretario Smi - se approvata la norma, sara' sicuramente contestata e sara' sollevata l'eccezione di incostituzionalita' nonche' di violazione dell'ordinamento comunitario. Lo Smi, che e' stato in prima linea nella tutela politico-sindacale e legale degli ex specializzandi - conclude Cali' - chiama tutti i sindacati a un'iniziativa unitaria sul Parlamento per scongiurare questo 'scippo'".

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