Undici casi di cancro asintomatico alla tiroide scoperti; quasi 2 mila alterazioni diagnosticate, in particolare gozzo e noduli. E' il bilancio della Settimana nazionale della tiroide 2008, la campagna di screening gratuito che nel maggio scorso ha coinvolto 100 ospedali in tutta Italia. Un'iniziativa promossa dal Club delle Uec (l'associazione delle Unità di endocrinologia italiane) e dagli endocrinologi dell'Ait (Associazione italiana della tiroide), con i patrocini di ministero del Welfare, Simg (Società italiana di medicina generale) e Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato. Oltre 5 mila visite in tutto e più di 3 mila telefonate al giorno al numero verde dedicato, rimasto attivo per due settimane raccogliendo 40 mila chiamate. Risultato: un terzo dei connazionali ha un'alterazione alla tiroide, spesso senza saperlo. "Grazie a questa campagna è stato possibile formulare una diagnosi precoce sui diversi disturbi alla ghiandola - spiega Paolo Miccoli, prorettore dell'università di Pisa, presentando i risultati in un incontro nella città toscana - e in particolare sulla natura di eventuali noduli tiroidei, allo scopo di selezionare quelli da sottoporre a terapia medica o chirurgica".
Il 30% dei pazienti visitati presentava alterazioni tiroidee che non sapeva di avere. Soprattutto gozzo (nel 12% delle visite), ma anche noduli (in più del 7%). In oltre la metà dei casi (53%) sono stati prescritti ulteriori approfondimenti diagnostici, in particolare ecografie (17%) ed esami degli ormoni tiroidei (13%). Quasi una persona visitata su 5 è stata avviata a terapia farmacologica, e in oltre l'8% dei casi sarà necessario operare. Accanto agli 11 tumori, sono stati scoperti anche 7 noduli sospetti. Tra chi ha prenotato il controllo gratuito, più dell'80% è donna a conferma che le patologie tiroidee sono prevalentemente 'rosa'. Inoltre, in base ai questionari compilati dagli esperti durante le visite, una persona su tre non si era mai fatta controllare la tiroide; più del 50% ha approfittato della campagna per un controllo di routine e una su 10 ha deciso di sottoporsi al check-up perché ha parenti con malattie tiroidee.
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