Case Report di un paziente con micosi subcutanea e ulcera al polpacci, sottoposto ad una terapia immunosoppressiva.
La micosi subcutanea è un’infezione cronica localizzata del tessuto cutaneo e subcutaneo che si genera a seguito dell’inoculazione funginea in una ferita. Data l’ampia diffusione di questi funghi nell’ambiente, le infezioni più comuni sia per i soggetti immunocompetenti che per quelli immunocompromessi, sono le feifomicosi e le cromoblastomicosi.
Uno studio condotto sulla popolazione sud-coreana ha evidenziato un’alta prevalenza delle micosi subcutanee nei soggetti tra 60-69 anni e tra 80-89 anni. Le micosi subcutanee possono essere di tre tipi: cromoblastomicosi, micetoma e sporotricosi. La cromoblastomicosi è caratterizzata da lesioni verrucose della pelle, cellule muriformi e manifestazioni “copper pennies”, causate principalmente da alcuni funghi dal pigmento marrone-nero (dematiaceous): Fonsecaea pedrosoi, Fonsecaea compacta, Cladosporium carionii e Phialophora verrucosa. Generalmente tale condizione è limitata a tessuti subcutanei senza coinvolgimento di ossa, tendini o muscoli. Le infezioni più profonde legate ai funghi dematiaceous sono definite feifomicosi. Si tratta in questo caso di infezioni rare e pericolose, maggiormente presenti in pazienti immunocompromessi.
Il caso riportato da è incentrato sulla micosi subcutanea riscontrata in un paziente immunocompromesso con un ulcera al polpaccio sinistro non guarita.
La via di infezione potrebbe essere proprio l’inoculazione nel sito danneggiato. Ad ogni modo la diagnosi richiede un alto sospetto clinico confermato da un esame istopatologico. Per un’accurata gestione del paziente si dovrebbe ricorrere, quindi, ad un approccio multidisciplinare che coinvolga chirurghi, patologi, esperti in malattie infettive, team infermieristico e servizi di supporto sociale.
Il lavoro a cui si fa riferimento suggerisce di prestare molta attenzione alle micosi subcutanee nei pazienti che presentano problemi immunitari e sono sottoposti a terapie immunosoppressive. É necessario, dunque, eseguire analisi colturali e di sensibilità per differenziare il sottotipo fungino coinvolto.
La descrizione del caso evidenzia che il trattamento migliore per questo tipo di infezione è la rimozione chirurgica di tessuto lacerato, devitalizzato o contaminato, in aggiunta ad una terapia antifungina ottimale che include itraconazole, voriconazole, posaconazole o caspofungin.
Fonte:
Andy Tang Sing Ong et al. Subcutaneous mycosis presenting as a non- healing left calf ulcer in an immunocompromised patient. Med J Malaysia (2017) Vol 72 No 2.
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