Non verificò le condizioni mentali del richiedente che poi uccise un amico con due colpi di pistola
Aveva rilasciato la certificazione positiva per il porto d'armi senza verificare le condizioni psicofisiche del richiedente. E adesso il medico dovrà risarcire con oltre 550.000 euro la madre e il fratello di Massimiliano Sabatini, il giovane ucciso allo Scalo sotto un palazzo di via Ricciardi il 27 febbraio del 2006, da Mimmo Minutiello (figlio di un ex maresciallo dei carabinieri) il quale, freddato l'amico con due colpi di revolver, si suicidò.
Il Tribunale civile (giudice Francesco Turco), come riporta Il Messaggero, ha condannato Rocco Enrico Centurione, medico curante di Minutiello, a risarcire i danni e dovrà farlo di tasca sua perché la domanda di manleva è stata rigettata e dunque non è l'assicurazione a pagare.
Centurione, condannato a 2 anni e 4 mesi per falso ideologico, oltre a 100mila euro di provvisionale,fu assolto in Appello. Ma la Cassazione, su ricorso delle parti civili, gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, dopo aver censurato la sentenza di secondo grado parlando di valutazioni manifestamente illogiche che violano i criteri legali di definizione del nesso causale dettatati dagli articoli 40 del codice penale, nonché dei principi pure ricavabili dal sistema in tema di cooperazione colposa, ha annullato la sentenza di appello rinviandola al giudice civile. Secondo il quale esiste senza alcun dubbio il nesso causale fra la condotta del medico e la morte di Sabatini, assumendo una rilevanza causale decisiva in ordine al verificarsi del rischio garantito.
E sussiste una gravissima violazione delle norme cautelari da parte del medico il quale, seppure non specializzato in psichiatria, ha ritenuto di non condividere la diagnosi del dott. Bocola, specializzato in neurologia e psichiatria. In un passaggio della comparsa conclusionale preparata dagli avvocati dei parenti della vittima, si evidenzia l'aspetto determinante dell'intera vicenda: quando, il 29 dicembre 2015, Minutiello presentò alla Questura la richiesta per il rilascio del porto d'armi, nel certificato rilasciato da Centurione si attestava, barrata con un doppio no, l'assenza di problemi psichici e la concomitante assunzione di farmaci. Il porto d'armi venne così rilasciato cinque giorni prima della tragedia.
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