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La sindrome di Klinefelter e i nuovi LEA

Urologia Redazione DottNet | 07/11/2018 10:58

La Prof.ssa Pasquali approfondisce la sindrome di Klinefelter e sull’applicazione dei nuovi LEA, grazie ai quali questa patologia è passata dall’elenco delle malattie rare a quelle croniche.

Che cos’ è la sindrome di Klinefelter, come viene diagnosticata e qual è l’iter terapeutico?

La sindrome di Klinefelter (SK) è un’anomalia cromosomica caratterizzata da un cromosoma X soprannumerario (cariotipo prevalente 47, XXY).  La sindrome prende il nome da Harry Klinefelter, che la descrisse per primo nel 1942, lavorando con Fuller Albright presso il Massachusetts General Hospital di Boston. Si presenta con un quadro clinico variabile le cui caratteristiche principali sono infertilità, ipotrofia testicolare e ipogonadismo ipergonadotropo. La diagnosi precoce si ottiene in seguito all’amniocentesi, alla pubertà per la presenza di un ritardo puberale e in età adulta per infertilità di coppia. Purtroppo circa il 70% sfugge alla diagnosi e solo il 10% de soggetti portatori di SK riceve una corretta diagnosi in epoca pre-puberale. L’iter terapeutico è volto a compensare il progressivo calo dei livelli di testosterone che si osserva sin dall’epoca puberale, dovuto al danno testicolare che si manifesta alla pubertà. Pertanto, verrà istaurata una terapia sostitutiva cronica con testosterone che sopperisca la carenza ormonale. La terapia sostitutiva sarà quindi volta al ripristino dei livelli fisiologici di testosterone in rapporto all’età del soggetto.

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Con che frequenza si manifesta questa patologia? Il medico di medicina generale può avere un ruolo in questo tipo di patologia?

La prevalenza è di circa 1:600 maschi. Il medico di medicina generale ha di sicuro un ruolo nella diagnosi precoce di questa condizione e va sensibilizzato. Una maggiore attenzione a manifestazioni cliniche quali ritardo puberale, la presenza di testicoli di volume ridotto per l’età dovrebbero essere un campanello d’allarme per il sospetto diagnostico. In seguito a tale rilievo il medico di medicina generale può indirizzare i soggetti nei centri di riferimento altamente specializzati per completare l’iter diagnostico, confermare la diagnosi e istaurare un corretto management di questa condizione.

Quali sono le difficoltà per la gestione casalinga del paziente Klinefelter?

Non vi è assolutamente nessuna difficoltà nella gestione casalinga di un paziente Klinefelter. Se il dubbio è circa eventuali deficit intellettivi ci tengo a sottolineare che il QI è nella norma. Possono svolgere qualunque attività vogliano e costruirsi una vita normale. Si dice che George Washington ne fosse affetto e mi sembra un bell’esempio di normalità.

Come può, una terapia a base di testosterone, migliorare questa condizione?

La terapia con testosterone permette di sostituire la carenza ormonale e nel paziente adolescente induce il completamento dello sviluppo sessuale. Nell’adulto consente una normale funzione sessuale, inoltre la terapia sostitutiva con testosterone è fondamentale per il trofismo muscolare, per il tono dell’umore, per prevenire l’osteoporosi e l’insorgenza di malattie cardiometaboliche.

Il Nebid è un testosterone a lunga durata d’azione. Trova che sia una formulazione adatta al trattamento di pazienti Klinefelter?

Il Nebid inverte gli effetti dell’ipogonadismo a livello osseo, muscolare, metabolico e sulla funzione sessuale. Non è stata osservata policitemia ed eventi avversi sul profilo lipidico. I parametri di sicurezza prostatici risultano nei limiti della norma. Pertanto il Nebid è un’opzione eccellente per la terapia cronica del deficit androgenico, e nei pazienti Klinefelter in età adulta.

È cambiato qualcosa, in termini di rimborsabilità, in merito al Nebid per la sindrome di Klinefelter?

Dopo l’applicazione dei nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA), la Sindrome di Klinefelter è passata dall’elenco delle malattie rare in quello delle patologie croniche. Questo ha comportato che la terapia cronica sostitutiva con testosterone undecanoato, con singola somministrazione trimestrale, non venisse più erogata dalle Aziende sanitarie regionali. L’interruzione di una terapia insostituibile e indispensabile ha comportato conseguenze importanti per la qualità della vita e la gestione della patologia. Come coordinatrice del network KING (Klinefelter ItaliaN Group) della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità che ha come scopo la cura ma anche ricerca e didattica sulla SK, ho preso l’impegno di trovare una soluzione a questo grave problema, sollecitata e sostenuta dalla collaborazione con l’associazione dei pazienti  Klinefelter Italia Onlus, sezione Campania e il suo Presidente Lucio Improta. La soluzione più corretta, ma più ambiziosa, era quella di ottenere la prescrivibilità a carico del S.S.N. Insieme all’associazione Klinefelter Onlus abbiamo intrapreso il cammino per l’inserimento del Testosterone Undecanoato nella lista dei farmaci erogabili secondo la legge 648/96, una legge che consente di erogare farmaci a carico del S.S.N, ottenendone l’inserimento. La determina è pubblicata in GU del 4 agosto 2018.

(Determina DG n. 1223/2018). (18A05209).

Daniela Pasquali,

Professore Associato di Endocrinologia

Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche, Neurologiche, Metaboliche e dell’Invecchiamento

Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli"

Napoli

A.N. L.IT.COM.10.2018.4299

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