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Professionisti area medica: guadagni in crescita, media di 66mila euro

Professione Redazione DottNet | 06/11/2018 19:17

I medici sono 139mila. Bene anche i farmacisti con una media mensile di 121mila euro annui

I medici liberi professionisti guadagnano di più: l'incremento viene registrato dal 2014 e in quattro anni non ha conosciuto soste. Secondo il rapporto presentato al congresso di Confprofessioni, nel 2016 nella parte alta della classifica si collocano farmacisti (121 mila euro annui) e studi medici (66 mila euro) mentre il reddito medio nelle professioni 'ordinistiche' (coperte dagli studi di settore) "si attesta sui 52.000 euro annui", con quelle non regolamentate (non riunite in Ordini e Collegi) caratterizzate da entrate medie "pari a poco meno di 34.000 euro annui", con uno 'scarto', perciò, di circa 18.000 euro. E, come accennato, la crescita dei guadagni "si riscontra già dal 2014 (è il caso dei notai e degli studi medici, dei contabili organizzati in impresa e dei veterinari), o anche dal 2013 (per farmacisti, agrotecnici e periti agrari e psicologi)".

I numeri

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I professionisti dell’area medica, legale e amministrativa rappresentano lo zoccolo duro della libera professione in Italia: messe insieme costituiscono quasi 1/3 dell’universo professionale. Secondo il Rapporto 2018 di Confprofessioni il numero degli avvocati sfiora le 200 mila unità, i medici sono circa 139 mila, mentre i consulenti aziendali si attestano a 119 mila. A ruota seguono architetti (95 mila), ingegneri (73 mila) e psicologi (55 mila). Agronomi e notai chiudono la classifica rispettivamente con 6 mila e 4 mila professionisti.

Professione sempre più rosa.

È un’immagine dinamica quella del libero professionista che esce dal Rapporto 2018 di Confprofessioni. Negli ultimi anni, infatti, l’universo professionale italiano sta cambiando pelle e se il mondo delle professioni è tutt’ora dominato dagli uomini, la componente femminile sta rapidamente conquistando terreno. Negli ultimi otto anni sono infatti le donne a trainare la crescita delle libere professioni, con una variazione positiva che si attesta a 176 mila unità, mentre i maschi si fermano a quota 80 mila. Scendendo nel dettaglio, sono le psicologhe e le biologhe a trainare la professione al femminile, da registrare inoltre come nella professione veterinaria le donne abbiano scavalcano gli uomini.

L'occupazione

Con "poco meno di 1 milione 400.000 unità, l'aggregato dei liberi professionisti costituisce, al 2017, oltre il 6% degli occupati in Italia ed il 26% del complesso del lavoro indipendente". E, mostrando una "decisa crescita nell'ultimo decennio (+21% tra il 2008 e il 2017)", il comparto si rivela esser stato "l'unica componente del mercato del lavoro che non soltanto ha tenuto, ma si è rafforzata nel corso della crisi, in netta controtendenza, rispetto agli altri segmenti del lavoro indipendente", spiega il Rapporto curato dell'Osservatorio di Confprofessioni ed illustrato in apertura del congresso della Confederazione, a Roma, dal professor Paolo Feltrin. Gli imprenditori, va avanti il dossier, registrano, infatti, un -3,4% nel decennio esaminato, i lavoratori autonomi hanno subito un calo deciso (-13,1%) e le altre forme di lavoro indipendente (collaboratori, imprenditori individuali, familiari coadiuvanti, soci delle società di persone, o di capitali) si sono ridotte di oltre 1/3. "L'occupazione dipendente, pur profondamente mutata nella sua composizione contrattuale, ha colmato con il 2016 il precedente calo e, al 2017, segna un +2,7% rispetto al 2008", si legge ancora. Tirando le somme, dunque, "il perimetro degli occupati nel mondo delle libere professioni 'strettamente intese' si può immaginare composto da 2 milioni 300.000 unità, suddivise tra circa 1,4 milioni di liberi professionisti, di cui circa 200.000 datori di lavoro, e 900.000 dipendenti degli studi professionali".

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