Garantisce il possesso e la sicurezza dei dati ma solo l'Estonia lo applica
Se ne parla sempre più spesso perché potrebbe costituire una vera e propria rivoluzione per i sistemi sanitari e per i pazienti. Ma la blockchain applicata alla sanità, ovvero un sistema sicuro di gestione dei dati sanitari che pone il paziente al centro, non sarà realtà nel nostro Paese prima di qualche anno. Questo uno dei temi affrontati durante il convegno organizzato dall'Associazione Dossetti, dal titolo 'Tumori Rari: il paziente e le relative problematiche mediche e sociali Focus sui tumori delle vie biliari'. Ispirato a quello introdotto per la prima volta nel 2008 con Bitcoin, spiega da Nicolò De Sandre, ricercatore presso l'Università di Leiden, in Olanda, "questo database, è decentralizzato, ovvero i dati sanitari sono accessibili da parte di più soggetti, come ospedali, farmacie, medici, ricercatori. Il sistema è però anche criptato, ovvero in grado di tutelare privacy e sicurezza, e permette al paziente di gestire le autorizzazioni all'accesso dei propri dati medici".
Quante e quali medicine abbiamo preso e perché. Quante volte ci siamo ammalati e in che periodo. Come cambia nel corso degli anni il nostro peso e la nostra pressione del sangue. Queste sono solo alcune delle migliaia di informazioni che potranno essere rese accessibili tramite blockchain e consultabili dai medici di qualsiasi ospedale del mondo. Si tratta, di fatto, spiega Edoardo Marcozzi, fondatore della società specializzata in materia Chainside, "di una sorta di fascicolo sanitario elettronico tramite cui il paziente può rendere accessibile tutta la sua storia clinica. La complessa tecnologia che ne è alla base è pronta ma la strada ancora lunga, servono investimenti per creare una cultura in materia tra gli operatori della sanità". Alcuni prototipi di blockchain in ambito medico sono già in sperimentazione in Italia, come quello dell'Istituto Superiore di Sanità per lo studio delle epatiti. Nel resto nel mondo se ne parla già da tempo ma, ad oggi, conclude De Sandre, "solo in Estonia è applicata a tutti gli effetti al sistema sanitario nazionale, e ogni cittadino ha accesso ai propri dati medici contenuti in diversi database tramite blockchain".
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