Galeazzi (Sir), pazienti attendono anni per diagnosi e farmaci
Diagnosi in ritardo di anni e pazienti costretti a migrare da una regione all'altra per una prima visita. Queste le conseguenze della mancanza di specialisti di reumatologia sul territorio, un problema che si traduce nell'incapacità di prevenire disabilità permanenti tra i malati reumatici. A dipingere il quadro delle difficoltà nell'accesso alle cure è Mauro Galeazzi, past president della Società Italiana di Reumatologia (Sir). Le malattie reumatologiche sono circa 150 patologie croniche infiammatorie, che coinvolgono ossa, articolazioni, muscoli e tendini, ma anche diversi altri organi, come cuore, reni, polmoni. Alcune, se non curate in modo giusto e tempestivo, accorciano la vita e portano a grave disabilità. Tanto che l'insieme dei pazienti reumatologici 'pesa' per 20 miliardi di euro l'anno, tra terapie e costi indiretti dovuti alle giornate di lavoro perse
. "Negli ultimi anni c'è stata una rivoluzione in questo campo ma gli effetti stentano ad arrivare ai malati in tempi utili. Per anni - spiega l'esperto - abbiamo usato pochi farmaci presi in prestito da altre patologie.
D'altronde lo stesso Piano Nazionale delle Cronicità, approvato dal Ministero della Salute e attuato da poche regioni, non riserva la dovuta attenzione a queste patologie: delle oltre 150 cita solo artriti reumatoide e artriti dei bambini. La cosa non va meglio se si guarda alle reti regionali, la cui istituzione è raccomandata per mettere in connessione il reumatologo e il medico di famiglia, che rappresenta il primo approccio del paziente. "Spesso queste malattie sono difficili da diagnosticare all'esordio, anche perché manca un coordinamento tra le figure sanitarie e l'assistenza - conclude Galeazzi - è priva di un progetto integrato".
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Il trial è condotto in collaborazione con il Centro Trial Oncoematologico, dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù IRCCS
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