

Nel mirino le anomalie tra ciò che i contribuenti hanno dichiarato e quanto risulta dalle banche dati dell’Agenzia
Non c’è pace per i professionisti, con i medici in prima fila. In arrivo dal Fisco 1,78 milioni di lettere per la compliance con l’obiettivo di incassare almeno 1,5 miliardi di euro. In tre anni gli avvisi dell’Agenzia delle Entrate sono passati da 395mila del 2015 agli 1,89 milioni dell’anno scorso (dato preconsuntivo). Sdoganate dal governo Renzi come simbolo della campagna per il "fisco amico", le lettere in arrivo di fatto, puntano a evidenziare le anomalie tra ciò che i contribuenti hanno dichiarato e quanto risulta dalle banche dati dell’Agenzia, sollecitandoli a mettersi in regola con uno sconto sulle sanzioni, tramite l’istituto del ravvedimento operoso.
Nel mirino dell’Ente ci sono i redditi di fabbricati, compresi quelli soggetti alla cedolare secca, redditi da partecipazione in società di persone e Srl a base ristretta. E ancora assegni periodici, come quelli al coniuge, redditi da lavoro dipendente. Pensiamo ad esempio al caso di un lavoratore che ha ricevuto due Certificazioni uniche (Cu) e non ha presentato la dichiarazione dei redditi.
Le lettere per la compliance non sono però atti impositivi in senso tecnico e non sono impugnabili in modo autonomo. Il sito delle Entrate ricorda che chi ne riceve una "infondata" deve inviare al Fisco «eventuali elementi e documenti di cui l’Agenzia non era a conoscenza». I pratica le lettere non hanno nulla a che fare con la pace fiscale, che nelle sue varie articolazioni riguarda processi verbali di contestazione (Pvc), avvisi di accertamento, liti pendenti, cartelle esattoriali.
Eppure, le due campagne - compliance e pace fiscale - finiscono per intrecciarsi, almeno in parte. Riguardano gli stessi contribuenti. Vanno finanziate dagli stessi portafogli, già esposti ai primi effetti della recessione economica. Hanno un calendario sovrapposto, con le date chiave del 30 aprile (istanze di rottamazione-ter) e del 31 maggio (liti pendenti, errori formali, Pvc e violazioni doganali). Ma seguono, paradossalmente, logiche opposte, scrive il Sole24ore: se le lettere per la compliance invitano cittadini e imprese a ravvedersi prima che sia troppo tardi, la pace fiscale - al contrario - sembra riaffermare che non è mai troppo tardi per riconciliarsi con le pretese del Fisco.
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