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Malattie reumatologiche in aumento, occorre più prevenzione

Reumatologia Redazione DottNet | 03/04/2019 18:56

Società reumatologia, al via da maggio la campagna #Reumadays 2019 in 11 città

Sempre più anziani sono alle prese con le malattie reumatologiche: tra gli over-65, che soffrono di patologie croniche, il 38% è colpito da artrosi o artrite e il 19% invece da osteoporosi e negli over-75 questi tre disturbi interessano 8 individui su 10. E preoccupa il probabile aumento di tali malattie per l'invecchiamento della popolazione, anche se le patologie reumatologiche toccano pure i giovani. A richiamare l'attenzione sul tema è la Società Italiana di Reumatologia (Sir) che, in occasione di un convegno nazionale al ministero della Salute, ha lanciato il tour #Reumadays 2019 che partirà a maggio in 11 città italiane, con un monito: "Italiani di tutte le età, occhio alle malattie reumatologiche". L'obiettivo, afferma il presidente eletto Sir Roberto Gerli, "è creare una nuova cultura della prevenzione e aumentare il numero di diagnosi precoci". In totale, le patologie reumatologiche interessano più dell'8% degli italiani. Malattie gravi ed invalidanti come artrite reumatoide, connettiviti e spondilite anchilosante possono insorgere anche intorno ai 35-40 anni (soprattutto tra le donne).

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Non solo. L'artrite idiopatica giovanile, una malattia autoimmune molto aggressiva, colpisce oltre 10mila bambini e teenager italiani. Da qui l'esigenza di svolgere una campagna informativa che coinvolga gli italiani d'ogni fascia d'età. Riparte quindi il tour itinerante di Sir #Reumadays 2019. Per la seconda edizione, nelle piazze di 11 nuove città italiane saranno installati degli speciali info point dove i reumatologi incontreranno i cittadini. Sono previste anche tavole rotonde, consulti medici, lezioni di prevenzione svolte da giovani reumatologi, distribuzione di materiale informativo e sondaggi conoscitivi. "Le patologie reumatologiche possono essere contrastate efficacemente - afferma Mauro Galeazzi, Past President Sir -. Servono però diagnosi precoci e successivamente un tempestivo intervento terapeutico. Così si riduce notevolmente l'impatto della malattia e, in alcuni casi, riusciamo anche a ridurre la progressione del danno con un netto miglioramento della qualità di vita e anche - conclude - della sopravvivenza"

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