Tra i soggetti abitanti nelle aree a rischio rilevati più metalli pesanti nel sangue e soprattutto nel seme
L'apparato riproduttivo è una sentinella dei tumori, una sorta di 'antenna' in grado di avvertire precocemente quando si sta verificando un danno dovuto alla presenza nell'ambiente di sostanze inquinanti e nocive, soprattutto nei territori a rischio, come la Terra dei fuochi. E' quanto emerge nel congresso della Società italiana della riproduzione umana (Siru) in corso a Siracusa e dedicato al rapporto fra inquinamento e infertilità. Quanto la presenza di inquinanti si ripercuota sulla salute riproduttiva lo indicano i dati della ricerca 'EcoFoodFertility', condotta su 222 maschi sani, omogenei per età, indici di massa corporea e stili di vita, equamente distribuiti fra Terra dei Fuochi e un'area a basso impatto ambientale nel Salernitano, come l'Alto Medio Sele. "Abbiamo riscontrato differenze statisticamente significative", ha detto l'uroandrologo Luigi Montano.
"Nelle aree a rischio - ha aggiunto - abbiamo rilevato più metalli pesanti nel sangue e soprattutto nel seme (cromo, zinco, rame), alterazioni dell'equilibrio delle difese antiossidanti e detossificanti nel liquido seminale e non nel sangue, ridotta motilità spermatica, aumentato danno al Dna degli spermatozoi e maggiore allungamento dei telomeri spermatici e non in quelli leucocitari". Questi dati, ha osservato ancora Montano, indicano che "occorre non soltanto valutare gli esiti di danno, come fanno i registri tumori, ma cambiare il modello di valutazione del rischio salute, prendendo in considerazione i sistemi organo-funzionali 'sentinella' come l'apparato riproduttivo, che può dare informazioni precoci di modificazione funzionale o strutturale, prima che si manifesti il danno clinico. I dati sono allarmanti e richiedono impegno e determinazione".
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